
E’ notizia di queste ore, o quantomeno parrebbe così, usiamo il condizionale perchè ancora non si conoscono i reali contorni di una decisione dell’amministrazione comunale di Castel Gandolfo che, apparentemente, sconcerta per estemporaneità e tafazzismo. Per mezzo di una ordinanza infatti, si vieterebbe ai locali in riva al famoso Lago Albano, l’emissione di musica, all’esterno e, udite udite, anche all’interno degli stessi. Riservandoci di approfondire la vicenda, al momento registriamo la rivolta degli esercenti gandolfini che, non ostante un lago in ritirata, una stagione climaticamente poco clemente e persino l’assenza del Papa, fanno i miracoli quotidiani nell’inventarsi situazioni, attrattive e offerte appetibili per i turisti. La decisione municipale però, suonerebbe come una beffa per tutti coloro che lavorano ed operano nel settore turistico ed enogastronomico che tanta fortuna ed incassi ha storicamente portato in città, e conseguentemente nelle casse comunali. Paiono ancora oscure le motivazioni di una tale scelta, posto che, osservando la morfologia del territorio, il dislocamento della maggior parte dei locali attorno alle rive del lago, è assai lontana dal centro storico e dalle abitazioni in linea d’aria. Al massimo i decibel di qualche piano bar potrebbero aver suscitato le ire di qualche orecchio più sensibile di chi svolge il compito di curare le esose strisce blu in prossimità della spiaggia, ma infondo crediamo che anche costoro siano allietati da qualche nota mentre scrutano con scrupolo che nessuno si esima dal versare il proprio obolo. Forse, nella giornata di domani, sarà convocata una riunione tra amministrazione comunale ed esercenti, dalla quale potrebbero sapersene di più e, speriamo, di migliori. Anche se fosse così, se domani giungessero schiarite e buone novelle dal possibile conclave, ci chiederemmo se prima dell’emissione della “bolla” di scomunica per la musica, non ci si poteva vedere per mettersi d’accordo, magari cercando di contemperare le esigenze di tutti.
A tal proposito riceviamo e pubblichiamo un intervento di un cittadino di Castel Gandolfo, che ha upreferito usare un’amara ironia per descrivere i termini della questione.
“SUL LAGO OLTRE ALL’ACQUA SCESE ANCHE IL SILENZIO”
“Ho recentemente appreso che la Città di Castel Gandolfo, colta da un’ improvvido colpo di caldo di tarda estate, peraltro particolarmente rovente, avrebbe ben pensato di inibire ai locali che si affacciano sullo specchio lacustre di eseguire intrattenimenti musicali, sino a conseguimento di nuovo nulla osta.
Con fare perentorio, e senza concedere alcun margine di tempo, il Comune avrebbe diffidato tutti i locali del lago dall’eseguire musica senza essersi previamente adeguati all’ultima ordinanza sindacale in tema di inquinamento acustico. Cosi, sul finire di una stagione turistica quanto mai difficoltosa, è sceso improvvisamente anche il silenzio.
Sarebbe stato forse opportuno un approccio più conciliante, ma, aimè, cosi non è stato.
Da domani pertanto, i matrimoni dovranno limitarsi a un sobrio “viva gli sposi” con applausi non ritmati; i ristoranti non potranno mettere musica di sottofondo, per la gioia di chi mangia in silenzio; i locali d’intrattenimento dovranno organizzare gare di mimo per allietare gli avventori. Non è dato sapere se i turisti rischiano una multa se trovati a cantare, come solito, “La società dei magnaccioni”, in una delle tipiche fraschette.
Quale sia il reale scopo di tale pensata resta avvolto dal mistero. Rifiutiamo anche solo di sospettare che l’iniziativa sia l’ennesimo espediente per fare cassa, come alcuni mal pensanti hanno immediatamente iniziato a supporre. Essi, infatti, si chiedono se la richiesta di nuovo nulla osta abbia un costo.
E dire che iniziative ben più necessarie ed utili alla collettività, volte a rilanciare realmente il turismo e la qualità di vita dei cittadini, non sarebbero di difficile ideazione.
Dalla pulizia delle spiagge, alla valorizzazione del patrimonio archeologico; dall’organizzazione di attività sportive ed eventi culturali, alla mobilità ed accoglienza dei turisti, l’amministrazione comunale avrebbe l’imbarazzo della scelta nell’individuare un settore in cui intervenire in modo proficuo.
In conclusione, invece di coordinare le iniziative recettive per una migliore offerta turistica, sembrerebbe essersi presentato un ulteriore ostacolo ai cittadini del lago che con amore e passione insistono a voler offrire a castellani e turisti servizi di accoglienza ed ospitalità.
Non ci stupiremmo se con il silenzio, gli abituali avventori del Lago si orientassero su altri lidi, ed i giovani, non avendo altre alternative locali, continuassero il loro esodo serale verso Roma.
Ben più opportuno sarebbe che il Comune di Castel Gandolfo, agisse per recuperare il suo ruolo di collante territoriale della comunità castellana, onorando a pieno i doni che il territorio gli ha elargito in abbondanza. Agire per attrarre tutti i giovani dei castelli aggregando cittadini e turisti con una sana e gioiosa accoglienza.
Ci auguriamo, pertanto, che il Comune voglia rivedere la sua “scelta del silenzio” concedendo ai locali del lago un termine ragionevole per adeguarsi alla nuova normativa, a tutela del turismo e delle attività commerciali che di questo sopravvivono.
Chi mette passione, professionalità e sacrificio nel proprio lavoro ama rispettare le regole che i suoi rappresentanti gli propongono, ma ama anche sentirli vicini e percepire le loro scelte come giuste e ragionevoli.
Nel frattempo sembrerebbe che, per precauzione, la parrocchia del lago abbia sospeso le messe cantate”.