Raffaele Dadone, “Patriottica, laica e repubblicana #lamiadestra ideale”

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Raffaele Dadone - Scuola Politica Fondazione An
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Raffaele Dadone – Scuola Politica Fondazione An

Il nostro viaggio nella giovane destra continua con “il Patriota”, riprendendo il titolo del suo blog, Raffaele Dadone, il quale ci racconta il suo modello di “destra repubblicana”.

“Sono nato a Cagliari, ma vivo da tre anni a Torino per motivi di studio. Sono laureato in Scienze Politiche e Sociali all’Università di Torino. Dopo un’esperienza triennale con La Destra di Francesco Storace, attualmente non appartengo ad nessun partito, in quanto in questo momento non mi riconosco in nessun partito. Alle ultime elezioni europee ho deciso di votare scheda bianca. In questo momento vedo con ottimismo la nascita di Azione Nazionale perché potrebbe essere l’inizio di una casa politica innovatrice”.

Sapresti dare una definizione della tua destra ideale?

“Ritengo che la mia destra ideale debba mettere in primo piano una politica di patriottismo repubblicano riformatore, dove integrando pluralismo e autonomia si lavori per creare una comunità politica competente e pronta ad affrontare le sfide della società. Quindi è doveroso lavorare per rendere maggiormente protagonisti le organizzazioni del Terzo Settore all’interno del rapporto tra Stato e Mercato”.

Oltre al fattore economico, la globalizzazione dell’ultimo ventennio ha portato alla ribalta con le migrazioni di massa ed il riaffiorare dei terrorismi, gli scontri tra culture, religioni, identità e valori non negoziabili. Come si dovrebbe porre la tua destra in questo contesto culturale globale?

“La mia destra dovrebbe impegnarsi per rendere maggiormente protagonisti i cittadini. Quando parlo di protagonismo intendo essere attivi e responsabili all’interno di temi come diritti e politiche sociali. Una destra che lavora per una nazione in cui tantissime realtà fondate su una condivisione di culture, scopi e obiettivi che rientrino all’interno della logica del benessere collettivo, può favorire sia autonomia e sia reciprocità”.

Se il destino dell’Europa fosse nelle mani della tua destra, quale forma di Governo, struttura istituzionale e modello economico adotteresti per il vecchio continente?

“Credo che dovrebbe accelerare i tempi per una riforma strutturale dell’Unione Europea perché, nel corso di questi decenni, si è preferito lavorare solo su aspetti economici. Soffermarsi solo e soltanto sulla moneta unica senza una base istituzionale europea ha messo in seria difficoltà tanti paesi appartenenti alla comunità europea. Quindi è doveroso realizzare delle riforme politiche che prevedano una Repubblica Semi-Presidenziale, in modo tale che ci sia un Parlamento europeo che rappresenti al meglio i cittadini europei”.

In cosa consiste secondo te l’identità italiana e l’italianità?

“Avere un’identità italiana o sentirsi orgogliosi di essere italiani non è un elemento necessario per essere buoni cittadini. Ritengo che ciascun cittadino, nel proprio piccolo, contribuisce nel rendere quotidianamente migliore l’Italia. Non solo pagando le tasse o rispettando le leggi, ma trasmettendo buoni esempi come l’altruismo, il rispetto e l’aiuto reciproco. Per una persona che decide di fare il politico la situazione si complica, perché essere italiano vuol dire sia avere dei principi che rappresentino al meglio i tuoi concittadini e sia fare in modo che non si manifesti l’esclusione sociale”.

In Italia si fa un gran parlare di riforme, istituzionali e sociali: quali secondo te le priorità della destra in termini di riforme? Come per l’Europa così per l’Italia che tipo e quali riforme adotteresti?

“Un buon politico non dovrebbe fare una classifica di priorità perché ciascun cittadino ha una storia diversa da raccontare. Per questo motivo ritengo che sia doveroso rafforzare il potere delle Commissioni Parlamentari, in modo tale da evitare che qualche realtà sociale venga esclusa dall’Ordine del Giorno del Parlamento. Solo così si potrà lavorare concretamente per temi come diritti, giovani coppie, pensionati. Rafforzando le Commissioni, la politica diventa davvero al servizio dei cittadini. Per quanto riguarda la struttura istituzionale, ritengo sia doveroso lavorare per una Repubblica Presidenziale perché i cittadini hanno bisogno di eleggere il leader perché è il vero rappresentante all’interno dell’Unione Europea e di fronte al mondo”.

Quali soluzioni, se ne vedi la necessità, dovrebbe adottare la destra italiana in termini di “diritti civili”: coppie di fatto, aborto, proibizionismo, immigrazione, cittadinanza e sicurezza?

“Ritengo che sia doveroso che la destra debba rinnovarsi completamente. Con rinnovarsi intendo che è arrivato il momento di creare una vera destra laica. Per quanto mi riguarda ritengo che ci siano diritti che una democrazia liberale deve saper garantire e, in particolare, è giusto lavorare per favorire sia le coppie di fatto e sia le adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali. Tuttavia, un buon politico deve saper garantire la libertà di coscienza. Sul cittadinanza e immigrazione, nella domanda precedente, ho detto che per essere italiani non basta solo nascere sul territorio o pagare le tasse. La cittadinanza non è solo un’operazione di inclusione ed esclusione. Essere cittadini vuol dire essere protagonisti per il benessere collettivo e se, nuove persone dall’Estero, arrivano in Italia e contribuiscono per questo obiettivo, è giusto premiarli con la cittadinanza. Anche questo è essere repubblicani”.

Secondo te quale dovrebbe essere il luogo ed il posizionamento politico nel panorama nazionale di oggi, ove la tua destra dovrebbe inserirsi? Se e con chi la vedresti alleata o in contrapposizione?

“La politica italiana dimostra come le scelte siano varie e diverse tra loro. Renzi si sta concentrando su se stesso, rispetto a La Sinistra Italiana che prevede una coalizione di diverse realtà socialiste. Il Movimento 5 Stelle ritiene più giusto combattere da solo, rispetto alla scelta di Salvini, Berlusconi e Meloni di creare una coalizione. Sono tutte scelte dettate dall’opportunismo. Penso che scendere a compromessi in politica è giusto, ma preferisco che questa avvenga su temi cruciali e di fondamentale importanza per il progresso della società. A tale scopo, la mia destra ideale deve essere costruire un gruppo che garantisca autonomia e libertà di pensiero e l’intenzione di lavorare per rafforzarsi reciprocamente. Chi riuscirà in questo obiettivo, può considerarsi un leader”.

Sapresti indicare 5 nomi di leader, nazionali e/o internazionali, contemporanei e non, dell’ultimo secolo, che a tuo avviso hanno rappresentato o rappresentano il modello di destra a cui ti senti di aderire?

“Sinceramente, non considero nessuno come leader che rappresenti il mio modello di destra. Ci sono alcuni personaggi che ho apprezzato e apprezzo attualmente, soprattutto per l’intenzione di rinnovare la destra e di aprire le porte per la costruzione di una casa repubblicana, patriottica, laica e meritocratica”.