“Si celebra domani la IX Giornata Nazionale del Braille, quale unico codice basato sui punti inventato nel 1829 dal francese Louis Braille. La conoscenza di questo alfabeto permette, ancora oggi, al non vedente di leggere e di scrivere, nonostante il grande passo in avanti fatto con le nuove tecnologie. Chi non conosce il braille non può neanche usare a pieno regime i nuovissimi dispositivi tecnologici tanto in voga oggi, come gli smartphone e i tablet dove alcuni programmi richiedono la conoscenza di questo codice a punti. Nuovo e vecchio interagiscono e di questo devono farsi una ragione coloro che vorrebbero mandare il Braille in pensione. E’ quanto dichiara Caterina Ferrazza, presidente Handy Systems e fondatrice di Braille News, primo giornale italiano per non vedenti in edicola.
“L’Italia, rispetto a molti altri paesi Europei e agli Stati Uniti, – spiega Ferrazza – continua ad essere molto indietro per quanto riguarda l’adeguamento di targhe, avvisi, indicazioni, percorsi tattili per far sentire i non vedenti cittadini a tutti gli effetti. Come possiamo parlare di pari opportunità, se recandoci in un ufficio pubblico non possiamo leggere neanche un avviso, fosse quello del pericolo di antincendio, o del divieto di fumare? Per non parlare della mancanza di tatto in alcuni ristoranti, sono infatti in pochi ad avere un menù in braille”.
“Per quanto riguarda il settore d’informazione, devo amaramente constatare che in Italia continua ad esserci in edicola un solo giornale in braille, Braille News, che quest’anno compie dieci anni. Edito dalla Handy Systems e diretto da Angela Francesca D’Atri, esce ogni sabato in allegato al quotidiano Il Tempo, unico giornale in Italia, fino ad oggi, ad aver compreso la necessità di un non vedente di potersi sentire libero di prendere autonomamente il giornale in edicola. Oggi Braille News, nonostante sia un settimanale del Lazio, è richiestissimo in tutta Italia. Da un anno stampiamo anche Notizia Cristiana, in collaborazione con Famiglia Cristiana, a cui è possibile abbonarsi. Molto ancora, però, c’è da fare. Un non vedente dovrebbe avere più opportunità, come tutti, per scegliere nella vasta gamma dell’editoria italiana. Un percorso per ora tutto in salita, – conclude Ferrazza – ma un sogno in cui possiamo continuare a credere grazie a Louis Braille e al suo codice a punti”.