I 40 anni dalla firma del Concordato Repubblicano

L’evento è stato promosso dalla Fondazione Craxi all’ambasciata Italiana presso la Santa Sede

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Era il 18 Febbraio 1984 quando Bettino Craxi si preparava a firmare l’accordo con la Santa Sede per la revisione del concordato ai principi della Costituzione. Nel 1929 erano stati sottoscritti i Patti Lateranensi che regolavano i rapporti tra Stato e Chiesa, garantendo, ciascuno nel proprio ordine, indipendenza e sovranità. Dopo l’entrata in vigore della Costituzione, i Patti Lateranensi furono sottoposti a revisione, tramite il Concordato, che,  garantiva entrate economiche al clero tramite l’otto per mille e toglieva la possibilità al governo italiano di poter approvare la nomina dei vescovi. Un’importante modifica che mirava a ristabilire nuove regole sulla laicità dello stato italiano.

Un’occasione  per ripercorrere la storia e la genesi di quell’evento ma anche per sottolineare la novità, all’interno di un quadro politico  ormai mutato dalla società dell’Italia Repubblicana. Una giornata organizzata dalla Fondazione Craxi e dall’ambasciata italiana presso la Santa Sede. Il convegno si è articolato in tre diverse sessioni di studio, ponendo l’attenzione su alcuni dei passaggi più significativi incentrati sui rapporti tra Stato e Chiesa dall’Unità d’Italia agli accordi del ’29; la Costituzione del ’48 e i diversi tentativi di riforma dei Patti Lateranensi; la genesi, la stipula e gli effetti del Concordato del 1984.

Ad aprire i lavori, la mattina dell’8 Febbraio, nella cornice di Palazzo Borromeo, sono stati l’ambasciatore Francesco Di Nitto ed il Presidente della Fondazione Margherita Boniver, per poi proseguire con gli interventi del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, i Presidenti delle Commissioni Affari Esteri di Camera e Senato, Giulio Tremonti e Stefania Craxi.

Il Presidente della Commissione esteri della Camera, Giulio Tremonti, ha raccontato come nacque l’istituto dell’8 per mille: “Il nodo era superare le congrue ma allo stesso tempo evitare il blocco dei soldi alla Chiesa”, con il quale non sarebbe stata possibile la firma per il nuovo Concordato. “Per questo scegliemmo di lavorare sull’Irpef, la regina delle imposte, ma con un nuovo meccanismo: fu esclusa infatti l’ipotesi delle deduzioni che non apparteneva molto alla nostra cultura ma più a quella del mondo anglosassone”.

L’obiettivo è quello di rappresentare un punto di riferimento in un futuro incerto, ha sottolineato la Craxi, ribadendo come l’eredità di quella stagione di Accordi di libertà vada oggi raccolta e reinterpretata, su scala più ampia e globale.

Ha preso parte all’iniziativa anche il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, :“I Patti rappresentano ancora una pietra miliare nei rapporti tra lo Stato e la Chiesa, con cui esiste una collaborazione costante nella tutela della libertà religiosa e dei luoghi di culto, in Italia e nel mondo, sia nella organizzazione e gestione di eventi importanti ospitati nel nostro Paese come il Giubileo” – ha commentato il Ministro Tajani. “Un accordo che dimostra anche che ci può essere convivenza pacifica tra le varie confessioni religiose in uno Stato laico”.

Un personaggio immenso quello di Craxi, capace di essere ricordato ed amato da destra a sinistra per i suoi sentimenti puri legati all’identità nazionale, con il suo importante contributo spero per rendere L’italia una potenza mondiale, grazie al suo impegno concreto nel Mediterraneo.

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