Frida Kahlo in scena al Piccolo Eliseo

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Frida Kahlo in scena al Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma
Frida Kahlo in scena al Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma
Frida Kahlo in scena al Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma
Frida Kahlo in scena al Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma

“Piedi perché li voglio se ho le ali per volare?”. Così, con una delle sue frasi più celebri e sintetiche, Frida Kahlo riesce a restituire tutta la sua vita fatta di innumerevoli, e a volte inafferrabili, sfaccettature. Con poche parole riesce a dare il senso di tutto il suo sè e di tutto il suo altro da sè, di tutta la sua produzione artistica e poetica. Un po’ come Alessandro Prete, in neanche due ore di spettacolo e tramite le opere della pittrice messicana, riesce a restituire fedelmente l’essenza di essere universalmente donna nella pièce Frida Kahlo, in scena al Piccolo Eliseo di Roma. Essere donna in un mondo di uomini forti fisicamente ma senza forza interiore, quella forza che trasudava invece da ogni poro di Frida. Quella forza tipica delle donne che mettono al mondo figli soffrendo fisicamente ed emotivamente sin dal primo istante. Donne che sono in conflitto con la società, con la salute, col loro essere donne, femmine e madri, col doversi confrontare più col loro dentro che col loro fuori. Donne che come Frida non hanno paura, che si fanno tante domande ma che in fondo già sanno di avere avuto sempre tutte le risposte. “C’è un po’ di Frida in ogni donna”. Così Alessandro Prete apre il suo spettacolo. L’espediente narrativo, felicissimo negli intenti e nella realizzazione, è la riproposizione sulla scena di sei dei celebri quadri della pittrice, attraverso sei storie di sei donne diverse tra loro. Filo conduttore, i simbolismi rappresentati nei quadri stessi che verranno dipinti e vissuti mentre vive e si svolge la storia. Quello che preme al regista, tramite l’ottima Alessia Navarro, non è rappresentare una biografia realistica di Frida Kahlo, la cui vita è già completamente e immediatamente restituita dai suoi quadri a cui nulla si può e si deve aggiungere in termini esplicativi, ma raccontare la donna in ogni luogo, spazio e tempo, fino a raggiungere l’idea di Frida Kahlo intesa come icona femminile per eccellenza. Intento, quello di creare un archetipo dell’essere donna di cui l’artista è una rappresentazione straordinariamente attuale. Come un pugno allo stomaco, come un pugnale in pieno petto, lo spettacolo di Alessandro Prete scorre inesorabile, senza chiedere permesso. Crudo e dolce, sensuale e cinico, esplicito e nello stesso tempo criptico, visionario e terribilmente realistico. Dialoghi perfettamente azzeccati, musica in linea col vissuto di Frida e capace di scandire perfettamente l’anima della pièce teatrale, intermezzi danzati di rara emotività e pieno coinvolgimento. Sembra quasi di vedere esplodere sul palco, insieme a quello di Frida, il temperamento di tutte le donne del mondo fino a giungere al messaggio finale: l’eredita della pittrice. Essere Frida vuol dire essere semplicemente donna ed amare la vita come solo chi può crearla e darla sa fare, intento raggiunto da Frida, che non poté avere figli, con pennello e tela. Essere donna nelle gioie, nei dolori, nel sesso, nella malattia, nei rapporti con gli uomini e le altre donne ma soprattutto nel confronto con la femminilità stessa, in un crogiolo di emozioni, sensazioni e consapevolezze che solo nascere in un corpo, ma soprattutto in una mente di donna, può dare. E che forse solo la vita, l’opera e la morte di un personaggio come Frida Kahlo possono compiutamente restituire.

Frida Kahlo – testo e regia di Alessandro Prete

1-13 aprile 2014

Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi, Roma