Udc Monte Compatri scrive a Ferri sull’indennità percepita da Sindaco e Giunta

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“Caro Sindaco,
in questi giorni il dibattito politico locale sembra ruotare con insistenza intorno a un tema solo in apparenza tecnico: ‘̀ .
che, a nostro avviso, ̀ ̀ — che pure, per amor di precisione, trova fondamento nella Legge di Bilancio 2022 (Legge 30 dicembre 2021, n. 234, commi 583 e seguenti) — ma dovrebbe interrogare tutti noi, in primo luogo Lei, sul terreno ben più scivoloso della trasparenza e della coerenza.
Sì, caro Sindaco, la legge ha aumentato le spettanze per i sindaci e per i componenti di giunta. Un fatto. Ma un fatto che resta aggrappato a una domanda semplice e politica:
Legittimo o meno? Ma soprattutto: opportuno? Coerente? Giustificabile agli occhi di chi paga le tasse?
Lei stesso, nel ruolo che oggi siede all’opposizione, non perdeva occasione per tuonare — e non è una figura retorica — contro chi allora ricopriva il Suo stesso incarico, invitando, quasi con tono evangelico, alla rinuncia, alla donazione in beneficenza delle indennità.
, invece, ‘ .
Non solo l’accettazione dell’indennità maggiorata, ma addirittura un tentativo, piuttosto maldestro, di trasformare una scelta che chiunque avrebbe potuto compiere (quella di rinunciare, o donare) in una necessità di sistema, giustificandola con riferimenti a paradigmi amministrativi, efficienza, visione trasformativa e tutto un lessico da conferenza motivazionale.
Ma, ci consenta, è proprio qui che si smarrisce il senso delle parole.
Lei non si è “aumentato” l’indennità? È vero.
Ma è altrettanto vero che ha scelto di mantenerla, di accettarla, senza porsi lo stesso problema che chiedeva ai Suoi predecessori di affrontare, pubblicamente e moralmente.
.
Bastava dire la verità. Bastava ammettere, con semplicità, che i tempi cambiano, che la responsabilità pesa, e che anche gli ideali — a volte — si adattano alle poltrone.
Invece, no.
Si preferisce la scorciatoia: il vittimismo istituzionale, l’evocazione dei soliti “attacchi personali”, e soprattutto quella retorica gonfiata che, a furia di sentirla, sembra ormai un culto più che una cifra comunicativa.
, , .
Non siamo in cerca di gesti teatrali. Ma pretendiamo, questo sì, che venga detto tutto, per intero. Senza omissioni comode, senza verità a metà, senza costumi da opposizione indossati quando conviene e tolti quando pesano.
, .
̀, , ̀ “. Scrive l’Udc di Monte Compatri.