
In vista della Giornata internazionale per la libertà di stampa, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, insieme a UsigRai, Articolo 21, Reporters sans Frontieres Italia, Amnesty International Italia e l’Ucsi, ha organizzato, per il 2 maggio prossimo, una maratona di sit-in e flash mob creativi davanti alle ambasciate e alle sedi consolari degli stati in cima alla lista delle violazioni della libertà di espressione e di tutti i diritti umani. Paesi verso i quali già nei mesi scorsi queste organizzazioni si sono impegnate per chiedere conto di censure, arresti, omicidi e leggi liberticide. Gli organizzatori hanno identificato in particolare il consolato dell’Iran e le ambasciate di Egitto e Turchia, che formano un percorso anche simbolico della sistematica repressione che nel mondo non colpisce più solo la stampa, ma arriva anche a cinema, musica, poesia e persino alla ricerca e, in generale, chiunque, da attivista o semplice cittadino, voglia esprimere la propria opinione e diffondere notizie non censurate. La prima giornata di mobilitazione si concluderà con un incontro davanti alla sede della Rappresentanza in Italia della Commissione europea con l’intento di chiedere alle istituzioni continentali di avviare un’azione ufficiale a difesa della libertà d’informazione, secondo il dettato della Costituzione italiana e dei Trattati dell’Unione. Alla manifestazione aderiranno anche i giornalisti delle associazioni #NObavaglio e #PRESSing che, dopo il loro sostegno alla causa di Giulio Regeni e ai colleghi imputati nel processo VatiLeaks, Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, si presenteranno imbavagliati per gridare, simbolicamente, contro ogni forma di schiavitù e coercizione dell’informazione. Così si legge nel loro manifesto: “CHI SIAMO E COSA FACCIAMO. Siamo un gruppo di giornalisti e cittadini impegnati nel creare una rete tra operatori dell’informazione e associazioni che desiderano e lavorano per un giornalismo indipendente. Siamo un gruppo che si riconosce nei valori della democrazia nata dalla Resistenza, e della tolleranza contro ogni forma di fascismo, di razzismo e di omofobia. Non siamo una corrente sindacale ma riteniamo che si possa fare rete tra soggetti sindacali e politici differenti per creare dibattito. Fare “pressing”, creare azioni per sostenere battaglie civili e l’autonomia dell’informazione. Siamo decisi a non rassegnarci all’indifferenza ma crediamo nella partecipazione attiva. NOI SIAMO QUELLI CHE…lottano contro le leggi bavaglio; guardano oltre la crisi e si oppongono al ricatto del precariato; rivendicano dignità di reddito; sono ostinati nel cercare la verità dei fatti e nel cercare di rappresentarli nel rispetto delle persone; pensano che quando si chiude un giornale, una emittente o un sito web si spenga uno spazio importante di democrazia”.