Per il senso comune l’equitazione è sempre stata una pratica sportiva elitaria, di non semplice accesso, quasi aristocratica, per pochi eletti. In realtà non è proprio così, se si esclude la necessità di grandi spazi per la sua pratica, questo sport è uno tra i più completi e formativi sin dall’infanzia.
Noi abbiamo incontrato chi la passione per il cavallo la concretizza ogni giorno sul nostro territorio. Augusto Lestini e Lorella Fontana, gestiscono l’Asd Dianae Equestre.
“Il primo elemento per una buona pratica dell’equitazione – ci dicono – sta nella cura dei cavalli che la scuola di equitazione possiede. La notte nelle scuderie, al coperto, e durante il giorno, specie durante i mesi di primavera ed estate liberi nei prati, questo è il miglior modo per far crescere gli animali in modo sano, al riparo da patologie. Il semplice brucare l’erba rappresenta per il cavallo un modo per tenersi in forma”.
Il clima che abbiamo potuto notare tra gli animali che abbiamo incontrato era estremamente sereno, rilassato, come se ci fosse una consuetudine tra uomo e cavallo.
A che età si può iniziare a praticare l’equitazione? Chiediamo ad Augusto Lestini:
“Sin dall’infanzia. Prima insegniamo i bambini a conoscere il cavallo, da terra, quindi, dopo un adeguato percorso temporale in cui si instaura un rapporto tra loro e si sono apprese le regole base per la gestione dell’animale, si può procedere con l’andare in sella. Portare il cavallo da terra, passeggiare insieme, sempre sotto il controllo degli istruttori, rappresenta per il bambino un momento fondamentale di crescita”;
Ci sono delle regole base irrinunciabili per chi vuole andare a cavallo?
“Il rapporto con l’animale è fondamentale: i movimenti che il cavaliere deve fare per non impaurire ed innervosire il cavallo sono la prima regola. Il cavallo per sua natura è un animale che ha una memoria ferrea ed un istinto di fuga dai pericoli e dai predatori, pertanto è sempre portato a scappare per sopravvivere. Se il cavaliere non si comporta con la dovuta cautela il cavallo sarà sempre irrequieto, nervoso, difficile da portare”;
Tra i maschi e le femmine chi è più portato per l’equitazione?
“La nostra esperienza ci insegna che, per quanto anche i maschi possano raggiungere picchi di eccellenza nella pratica sportiva, le donne si dimostrano mediamente più capaci di superare gli ostacoli di apprendimento lungo il percorso di conoscenza tra loro e l’animale. Spesso ai primi problemi i maschi rinunciano, come se preferissero abbandonare l’equitazione pur di non ammettere le proprie difficoltà”;
A dimostrazione di ciò vediamo con i nostri occhi come Elisa, giovanissima amazzone di poco più di 10 anni riesca a comunicare con i cavalli che si aggirano attorno alla nostra postazione per l’intervista.
Lei consiglierebbe ai suoi figli di fare equitazione ed iscriversi ad una scuola di equitazione?
“Certamente si, mia figlia è qui a dimostrarlo. L’equitazione è uno sport completo che unisce anche una crescita interiore del bambino che impara ad instaurare un rapporto corretto con se stesso, l’ambiente che lo circonda e gli animali”.
Come inizia la passione per l’equitazione?
“Con una carezza fatta ad un cavallo e la risposta che dall’animale arriva in termini di fiducia, fosse anche solo l’avvicinarsi spontaneo con la testa”;
Quali i vostri obiettivi a medio termine?
“Stiamo lavorando alla nascita di una linea ereditaria di cavalli tutta nostra. Nancy aspetta un puledro e vorremmo lanciare una nostra produzione di cavalli da competizione che chiameremmo con il nome di Del Lago, accanto al nome del cavallo stesso, così da poter riconoscere la provenienza del cavallo, legandola fortemente con questo territorio”.
Elisa intervenendo nella discussione in tal senso fa l’esempio con il nome che lei vorrebbe dare ad un equino: Incantesimo, che diventerebbe Incantesimo Del Lago.
Tra le altre cose l’A.S.D. Dianae Equestre è dotata di defibrillatore di ultima generazione.