Autonomia Differenziata, Confeuro: “Per agricoltura unità, non ulteriore frammentazione”

“Confeuro prende atto del recente pronunciamento della Corte Costituzionale, che ha ritenuto non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata delle regioni ordinarie, considerando invece illegittime specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo".

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Andrea Michele Tiso

“Confeuro prende atto del recente pronunciamento della Corte Costituzionale, che ha ritenuto non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata delle regioni ordinarie, considerando invece illegittime specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo. In questo contesto, riteniamo precoce lanciarsi in giudizi politici tranchant e affrettati sulla decisione dei giudici, e per conoscere nel dettaglio le ragioni che hanno portato alla decisione, crediamo corretto attendere metà dicembre, quando saranno depositate le motivazioni della sentenza. Su un punto, tuttavia, Confeuro intende ribadire la propria posizione, ossia grande preoccupazione per le implicazioni che la riforma della autonomia differenziata potrebbe avere sui territori, sulla comunità, e anche sul sistema agricolo italiano, rappresentando un pericolo per la coesione nazionale, con effetti potenzialmente ancora più destabilizzanti per il comparto primario. L’agricoltura, infatti, è un settore che, per sua natura, è legato alla tradizione e alle specificità locali, ma anche a una serie di politiche di programmazione nazionale che garantiscono uniformità nelle pratiche e negli investimenti. La eventuale frammentazione delle politiche tra regioni con differenti livelli di autonomia potrebbe comportare un’ulteriore disuguaglianza tra le aree, penalizzando le regioni più deboli e aumentando le differenze tra Nord e Sud. Ed effettivamente già oggi le regioni detengono una certa autonomia nella programmazione agricola, ad esempio nel redigere il Psr, il piano di sviluppo regionale, e già oggi purtroppo si evidenziano enormi differenze in termini di realizzazione delle misure legate a questo tipo di pianificazione, con molte regioni del Settentrione rapide nella realizzazione dei bandi, e numerosi territori del meridione, invece, atavicamente in ritardo. Per cui, l’autonomia differenziata rischia di condurre a ulteriori diversificazioni che non farebbero altro che danneggiare il nostro comparto. Senza considerare l’alta frammentazione in riferimento ai vari organismi pagatori regionali, che sta comportando criticità operative e disparità di trattamento tra agricoltori. Tutto questo scenario, dunque, è già di per se fortemente penalizzante, per un settore che invece dovrebbe agire all’unisono e garantire compattezza sopratutto nei confronti del mercato estero. Un’eventuale e aggiuntiva disomogeneità nelle politiche agricole regionali – derivanti dalla autonomia differenziata -, a giudizio di Confeuro, potrebbe creare altri problemi a un comparto, che sta già affrontando numerose sfide critiche e problematiche contingenti. Confeuro, dunque, sollecita Governo e Parlamento a considerare con attenzione questi aspetti e a garantire che l’autonomia differenziata, non metta a repentaglio la coesione del nostro sistema agricolo. Più in generale, la nostra Confederazione continuerà a vigilare su ogni evoluzione legislativa che possa impattare negativamente sulla agricoltura del nostro Paese”.

Così, in una nota, Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori europei e del mondo.