È un Marco Onofrio sempre più libero e privo di freni, quello che ha appena dato alle stampe – con Ensemble Edizioni di Roma – il suo nuovo, ennesimo libro, e il curioso titolo è tutto un programma: “Fissazioni”. Ma anche il sottotitolo, “Spunti & Appunti”, la dice lunga sulla natura multanime di un’opera in prosa che sembra traguardare un diverso genere letterario, oltrepassando quelli già codificati. C’è sicuramente la narrativa, poiché Onofrio – ispirandosi a precedenti illustri, del calibro di Umberto Saba, con le sue “Scorciatoie”, e di Ennio Flaiano, con i suoi caustici diari di costume – elabora tutta una serie di microracconti fulminanti e sospesi, che spesso sono “inizi” di più ampio respiro affidati (come si legge in quarta di copertina) «alla prosecuzione fantastica del lettore». C’è la saggistica, poiché – sulla scia di un precedente libro di Onofrio, “Nuvole strane” – abbondano i pensieri, le riflessioni filosofiche, i rilievi tratti dall’esperienza, così che anche queste “Fissazioni” possono intendersi come note “a margine dei giorni” attraverso le cose comuni e normali, che poi così “comuni” e “normali” non sono. C’è la poesia, come intensità dello sguardo dal particolare all’universale e, in qualche caso, come esplicita composizione in versi. E c’è infine il teatro, come tensione dialogica tra i personaggi e i tipi umani che affollano le quasi 200 pagine del libro.
“Fissazioni” è tutto questo e anche di più. Leggiamo, ancora dalla quarta della gradevole edizione brossurata (bellissima la variopinta immagine riprodotta in copertina), che i 170 frammenti di cui si compone segnano un «percorso asistematico» tra le contraddizioni dell’esistenza, «il diario di un folle idealmente proteso a rappresentare la prismatica e caleidoscopica complessità del mondo, esplorata nei suoi anfratti più insoliti, spudorati e dissonanti, talvolta grotteschi e sgradevoli ma sempre funzionali alla ricerca del vero, dentro e oltre le maschere quotidiane».
Contattato telefonicamente a Grottaferrata – dove il pluripremiato autore romano vive da un paio d’anni, dopo la lunga parentesi marinese – Onofrio ha ribadito la natura visionaria di questo libro che vuole inquietare, sorprendendo volutamente con esiti irrisolti e stralunati, ma anche invitare a riflettere e, perché no? far divertire e intrattenere, grazie ai numerosi passaggi illuminati da uno spirito comico, di ironia leggera e arguta, spesso mordace, tanto che diversi lettori, giunti alle ultime pagine di “Fissazioni”, pare che provino un senso di dispiacere e nostalgia per l’esperienza piacevole che volge al termine, “e per uno scrittore” ricorda Onofrio “non c’è complimento migliore”.