
Giacomo Celentano è un trentaquattrenne allenatore, originario di Frascati. Dopo una carriera da calciatore che l’ha portato a militare in una squadra di serie B come l’Andria, ha intrapreso la carriera da allenatore. Una lunga chiacchierata sul mondo del calcio, con colui che è responsabile da quattro anni, assieme a Stefano Speziale, della coordinazione tecnica del progetto Arsenal Soccer School per il centro-sud Italia. Una realtà con svariate società affiliate che è basato sulla crescita dei bambini e farli divertire con la metodologia inglese ed è coordinata dal dottor Giulio Longo Responsabile Nazionale del progetto Arsenal Italia.
Giacomo Celentano, sei stato un primavera del Napoli, hai esordito in Coppa Italia in una squadra di serie B come l’Andria, hai giocato in C a Cosenza. Com’è stata la tua carriera da giocatore?
“La mia carriera da calciatore e’ stata iniziata a Frascati con la mitica G.I.O.C. per poi passare alla Lupa e dopo ancora Palestrina, Ladispoli, Nuova Tor Tre Teste per poi approdare nelle giovanili del Cosenza Calcio 1914 all’epoca in B. Due anni di cui in Primavera sotto età e poi il passaggio al Napoli, dopo Fidelis Andria Primavera e B. Dal novembre di quell’anno inizia il mio girovagare tra C e D, Vis Pesaro, Ancona, Cecina, Poggibonsi, Rimini, Riccione, Terracina. Per poi chiudere definitivamente nelle categorie minori”.
In base alla tua esperienza da calciatore, vedi differenze tra te quando giocavi e i calciatori che alleni o che hai allenato?
“Si la differenza c’e’ tra quando giocavo io e ora, prima c’erano calciatori in categorie minori veramente importanti, ti faccio quattro nomi di un Terracina in serie D Policano, Righetti, Giancarlo Marini e Marco Di Chio, che in quella categoria erano un lusso. Oggi ne conosco tanti, ma la qualità è inferiore secondo me tranne qualche eccezione faccio due nomi su tutti: Michele Gallaccio (Capocannoniere del Palestrina in D) e Federico Cerone (Capocannoniere Viterbese/Castrenze) in Eccellenza sono calciatori sprecati per queste categorie, senza tralasciare Fanasca e Pippi trascinatori a suon di goals della LupaCastelli in D”.
Cosa ti ha spinto a diventare allenatore?
“Mi ha spinto a diventare allenatore un amico di vecchia data: Angelo Mandolesi attuale segretario e vero cuore societario del Cocciano/Gioc Frascati. Io dopo aver giocato avevo lasciato il calcio, non m’interessava più nulla, seguivo l’Inter e viaggiavo, poi in una cena tra amici mi ha coinvolto di nuovo e da li mi ritrovo qui a parlare con voi”.
Ci puoi raccontare, nonostante la giovane età, quali sono state le tue esperienze da allenatore?
“A 34 anni ho fatto un percorso direi dalla gavetta, ho iniziato a Frascati per poi passare a Colonna, poi a Genzano, poi a Lariano sono stato nello staff di Claudio Solimina grazie al Direttore Mauro Ventura che mi regalato una delle esperienze piu’ belle della mia carriera, poi il Città di Marino nei giovanissimi regionali,quest’anno alla scuola calcio della Lazio”.
Alleni quest’anno i ragazzi della Lazio anno 2004, ci racconti come sta andando?
“Ti dico la verità è una bellissima esperienza, ma la scuola calcio è totalmente diversa dal campo e dal calcio vero. Nella scuola calcio si è prima istruttori e poi allenatori comunque è stata un esperienza di crescita”.
Trovi differenze con le altre tue esperienze: nel lavorare in una società come la Lazio e quelle ai Castelli Romani o altrove. A livello di settore giovanile il salto è così grande come a livello di prima squadra
“Le differenze è ovvio che ci sono, sarei bugiardo se ti dicessi che non è così. Ho conosciuto figure professionali di cui non sapevo l’esistenza, tipo il coordinatore motorio con cui insieme si sviluppa un percorso di crescita per i bambini meno pronti, lo psicologo che lavora veramente con i bambini e non è solo una figura dell’organigramma societario. Il salto tra prima squadra e giovani se si è pronti non è un grande salto, soprattutto per chi è abituato a frequentare determinate categorie. Ti faccio un esempio il Villanova del Direttore Armeni, che da anni cura la Juniores Elite in maniera importante, quest’anno sta facendo un campionato d’Eccellenza con tutti giovani e si trova al ridosso di societa’ che hanno speso 9/10 volte piu’ di loro”.
L’anno prossimo dove allenerà Giacomo Celentano?
“L’anno prossimo non mi vedo in una scuola calcio e già ho affrontato questo discorso con la società se non ci fosse possibilità di crescita mi guarderei intorno. Vorrei lavorare sempre con i giovani, un pò di colloqui con società importanti romane e una laziale professionista già li ho avuti e vedremo che succede”.
Quali sono i tuoi sogni ed i tuoi progetti futuri?
“Il mio sogno è provare a fare questo hobby come lavoro principale,s tudio molto mi aggiorno seguo stage in giro per l’Italia con società professionistiche, l’anno prossimo proverò ad entrare a fare il Corso di UEFA A a Coverciano. L’idea sarebbe di trovare qualche società che ti dia pressione, ma ti lasci lavorare con degli obiettivi di crescita per tutti. Conosco molti direttori sportivi che hanno molta stima di me e io di loro, se ci saranno novita’ ci risentiremo sicuramente”.
In questi giorni la Lupa Castelli Romani si è conquistata la promozione in serie D. Cosa pensi della grande stagione del tuo collega Gagliarducci?
“La LupaCastelli quest’anno l’ho seguita molto, essendo nato a Frascati, insieme all’amico Dottor Giuseppe Schirarldi, agente di calciatori. Ad Agosto seguivo la preparazione perchè lui gestisce più di qualche calciatore di questo collettivo e già d’allora posso dire che si sentiva la sensazione che si stava formando un grande gruppo. Cristiano (Gagliarducci) è stato bravo a gestirlo con tutta la pressione che c’era ed ha avuto il problema della coperta corta, non avendo un settore giovanile. Ha avuto anche delle difficoltà oggettive ed è proprio per questo che ha dimostrato di essere un grande allenatore, complimenti a lui alla società e all’amico direttore sportivo Fabio Iengo”.
Sui social network tui ha parlato del fatto che la politica deve aiutare il calcio a Frascati, in questo caso la Lupa Castelli Romani promossa. Ci puoi spiegare cosa intendi dire?
2Io non faccio il politico di professione, ho delle mie idee, sono legato a Frascati come città per tutte le mie origini. L’amministrazione comunale o in carica o quella verrà eletta nelle prossime elezioni amministrative deve fare in maniera di non far scappare gli imprenditori che vogliono fare sport nella nostra cittadina. Deve accogliere e deve dare i mezzi per crescere a chi garantisce un progetto vero di crescita. Io personalmente vorrei vedere un’unica società, sotto un’unica bandiera che sia presente nel sociale e nel settore agonistico per vincere con una prima squadra importante. Frascati è da sempre stata culla di campioni, sia nel calcio che in altri sport, ci sarà un motivo se ora dal calcio non emerge piu’ nessuno. Forse chiedo troppo o forse sogno, invece io sono convinto che tutto questo si possa realizzare con le persone giuste sia al comune che nelle società di calcio”.