I due mister di Lazio e Roma: due caratteri forti per due piazze difficili

Mourinho: The Special One ritorna in Italia dopo il triplete del 2010. Sarri: uno scudetto alla Juve, un’Europa League al Chelsea e tanto spettacolo a Napoli

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I due mister di Lazio e Roma: due caratteri forti per due piazze difficili

La Roma e la Lazio sono attualmente al quarto e al sesto posto della classifica perpetua della Serie A per numero di partecipazioni. I giallorossi hanno disputato ben 87 massimi campionati italiani, mentre la Lazio 78, ma in tutti questi anni sono state davvero poche le soddisfazioni per le due tifoserie capitoline. Da quest’anno, Josè Mourinho e Maurizio Sarri proveranno a regalare emozioni alla Città Eterna e, chissà, forse anche qualche risultato concreto alla Roma e alla Lazio. Due allenatori dal grande carisma, tanto diversi fra loro, ma entrambi capaci di far parlare di sé non soltanto in campo.

Mourinho: The Special One ritorna in Italia dopo il triplete del 2010

L’ultimo trofeo vinto da una squadra italiana in Europa è stata la Champions League: era la stagione 2009-2010 e l’Inter guidata da Josè Mourinho riusciva a imporsi nella finale del Santiago Bernabeu di Madrid del 22 maggio 2010 contro il Bayern di Monaco. L’allenatore portoghese si è accordato con la Roma per sette milioni di euro netti a stagione per tre anni, ma la clausola firmata con il Tottenham che gli garantisce nove milioni di euro anche in caso di rottura anticipata con il club inglese fino al 2022 rimpinguerà ulteriormente il conto bancario del portoghese. Lo stipendio del portoghese non dovrebbe essere un problema visto e considerato il boom in borsa dell’AS Roma e il nuovo sponsor Toyota annunciato a partire dal 2023, che arricchirà le casse del club capitolino.

Sullo Special One se ne sono dette tante: allenatore vincente, personaggio “scomodo” e irriverente, uomo sempre impegnato nel sociale e dalla grande cultura non soltanto calcistica. Ha portato al trionfo squadre come il Porto in Coppa UEFA nel 2003 e in Champions League l’anno successivo; ha riportato l’Inter sul tetto d’Europa dopo 46 anni e ha aggiunto un trofeo alla bacheca del Manchester United che mancava da nove anni. Insomma, Josè Mourinho è un vincente nato, e le ultime stagioni abbastanza deludenti non possono mettere in discussione il valore dell’allenatore portoghese. A Roma è difficile vincere, sia in campionato che nelle coppe europee: l’ultimo allenatore a trionfare in A è stato Fabio Capello nel 2001, mentre il miglior risultato europeo negli ultimi anni è il raggiungimento della semifinale nella scorsa stagione di Europa League con Fonseca alla guida, e l’eliminazione del Barcellona nel famoso ritorno all’Olimpico del 2018. La presenza di un tecnico dal carisma come Mourinho può però conferire una mentalità vincente alla squadra, e le statistiche e quote del sito scommesse Betway lo confermano: al 21 giugno, la Roma è infatti inserita fra le prime sette squadre della prossima Serie A a quota 9,00.

Sarri: uno scudetto alla Juve, un’Europa League al Chelsea e tanto spettacolo a Napoli

Maurizio Sarri è un allenatore arrivato tardi nel calcio che “conta”, considerando che ha conseguito il diploma a Coverciano soltanto nel 2006. Fino a quel momento era stato un impiegato della Banca Toscana, dividendosi fra il ruolo di allenatore fra Dilettanti e Promozione e la professione bancaria. La decisione definitiva di dedicarsi a ciò che avrebbe fatto anche gratis, come dichiarava in un’intervista a Il Foglio, arrivò soltanto nel 2001.

Il primo grande risultato sportivo conseguito da allenatore è del 2000, stagione in cui l’allenatore di origini toscane ma nato a Napoli riesce a conquistare con il Sansovino la doppia promozione dall’Eccellenza alla C2. In poco tempo l’allenatore si era fatto conoscere per l’organizzazione di gioco e la cura dei particolari, tanto da essere soprannominato “Mister 33” ai tempi del Sansovino.

Dal 2001 in poi tante squadre per Sarri, ma anche tanti esoneri e dimissioni che facevano già palesare il carattere tenace e determinato dell’allenatore, che difficilmente scende a compromessi riguardo la sua idea di gioco. La svolta della sua carriera di allenatore arriverà in Toscana, dove alla guida dell’Empoli Sarri prima sfiora una promozione in A nel 2012-2013 e poi raggiunge la massima serie l’anno successivo come seconda classificata in B. Nel 2014-2015 l’Empoli si rivelava come la sorpresa del campionato di A, non solo per i risultati (salvezza con quattro giornate di anticipo) ma soprattutto per il gioco.

I tre anni a Empoli gli valgono la chiamata del Napoli dopo l’arrivo delle dimissioni dalla società toscana nonostante altri due anni di contratto. Qui in Campania nasceva il termine “sarrismo”, che identifica un’idea di gioco ben precisa caratterizzata da difesa a zona, centrocampo duttile e rapido, e gioco in verticale a esaltare le tre punte. Nonostante un calcio spettacolare, un pubblico adorante e un entusiasmo irripetibile nell’ambiente partenopeo, Sarri in azzurro non vincerà alcun trofeo. Per trovare i primi trofei da allenatore dovrà trasferirsi prima al Chelsea, dove conquisterà l’Europa League 2018-2019, e successivamente alla Juventus con cui vincerà lo scudetto 2019-2020 diventando il tecnico più anziano a conseguire tale risultato in A. Ora il tecnico classe ’59 guiderà la Lazio, squadra e società del presidente Lotito che sono state protagoniste in positivo degli ultimi cinque anni di Serie A, riuscendo a qualificarsi anche per la Champions League dell’anno scorso.

Se l’ultimo successo italiano in Europa è stato dell’Inter grazie a Josè Mourinho, l’ultimo allenatore italiano a alzare un trofeo europeo è stato Maurizio Sarri, fra l’altro il primo italiano a vincere la seconda competizione d’Europa per importanza da quando si chiama Europa League. Entrambi sono ora a Roma di scena allo stadio Olimpico, a impreziosire un derby della capitale anche mediaticamente, per quello che è da sempre uno degli scontri più affascinanti del mondo del calcio.