
EVENTI – Si è conclusa ieri, 17 novembre, l’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Negli ampi spazi dell’Auditorium Parco della Musica, tra proiezioni, mostre e incontri, oltre 23 000 presenze tra pubblico e accreditati. Settantuno i lungometraggi nella selezione ufficiale, divisi tra le sezioni Concorso, Fuori Concorso, CinemaXXi, Prospettive Doc Italia, Retrospettive, accanto alla sezione autonoma di film per ragazzi Alice nella città.
Il Festival si è aperto venerdì 8, con la proiezione in anteprima nazionale dell’ultimo lavoro di Giovanni Veronesi, L’ultima ruota del carro, nella sezione fuori concorso: in passerella un cast di giovani attori emergenti, da Alessandra Mastronardi a Virginia Raffaele, ad affiancare i più celebri e già affermati Elio Germano e Ricky Memphis. Madrina della serata d’apertura, Sabrina Ferilli, sul palco della Sala Santa Cecilia per introdurre Marco Muller, direttore artistico del Festival. Ricchi di nomi internazionali i red carpet delle serate di domenica 10 con Scarlett Johannson e Joacquin Phoenix, accolti da folle in delirio, e di venerdì 15 con il cast di The Hunger Games: Catching Fire, secondo capitolo della seguitissima saga di romanzi di fantascienza presentato in anteprima mondiale. Nella serata di sabato 16, l’assegnazione dei premi: Marco Aurelio per il miglior film a Tir, cine – documentario di Alberto Fasulo sulla vita quotidiana di un camionista, miglior attore protagonista Matthew McCounaghey per Dallas Buyers Club, pellicola di Jean Marc Vallèe sulle vicende di un cowboy texano omofobo, miglior attrice Scarlett Johansson per Her di Spike Jonze, performance unicamente vocale dell’attrice statunitense che presta la voce a un sistema operativo. Migliore regia al giapponese Kiyoshi Kurosawa con Seventh Code e premio speciale della giuria al rumeno Quod Erat Demonstrandum di Andrei Gruzsniczk, mentre la miglior sceneggiatura è del turco I Am Not Him di Tayfun Pirselimoglu.
Molti gli incontri con registi di fama internazionale, dal premio Oscar per Il silenzio degli innocenti Jonathan Demme, all’eclettico Spike Jonze, fino a Roman Coppola e Wes Anderson, arrivato nella Capitale insieme all’attore Jason Schwartzman per presentare in anteprima Castello Cavalcanti, cortometraggio di otto minuti girato a Cinecittà e omaggio al cinema italiano.
Visti per voi al Festival Internazionale del Film di Roma:
L’ultima ruota del carro, di Giovanni Veronesi
Ultima fatica cinematografica del regista di Manuale d’amore che torna a raccontarci vizi e virtù dell’Italia e degli Italiani di ieri e di oggi in una commedia corale che si presenta al pubblico come elogio della semplicità e dell’onestà. Ernesto, interpretato da Elio germano, è un uomo semplice che tenta di seguire le proprie ambizioni senza mai tradire i veri valori della vita. Tappezziere, cuoco d’asilo, trasfocatore, autista, comparsa del cinema: attraverso le sue vicissitudini e quelle del suo amico Giacinto, impersonato da Ricky Memphis, riviviamo le fasi cruciale della storia del nostro paese dagli anni ’70 a oggi.
Tir, di Alberto Fasulo
A metà tra il documentario e la fiction, Tir è un road movie che ha alle spalle ben cinque anni di lavorazione e ricerca sul campo. Il regista documenta per tre mesi la vita dell’attore balcanico Branko Zavrsan, interprete del ruolo di un ex insegnante che, dopo aver abbandonato il posto di lavoro, decide di diventare autotrasportatore. Il mondo è filtrato attraverso i vetri dell’angusta cabina di un tir, tra strade e autostrade d’Europa. Se è vero che “il lavoro nobilita l’uomo”, qui sembra diventato il contrario: è Branko, con la sua efficienza, la sua ostinazione, la sua buona volontà, a nobilitare un lavoro sempre più alienante, assurdo, schiavizzante.
Dallas Buyers Club, di Jean Marc Vallèe
Moderna epopea di un eroe texano. Siamo nel 1985: Ron Woodroof, elettricista e cowboy dalla vita sregolata, scopre di essere sieropositivo ma non accetta la sentenza di morte. Il mondo gli crolla addosso: gli restano trenta giorni di vita. Dagli Stati Uniti, dove è non è possibile curarsi con terapie alternative, si sposta in Messico, iniziando quindi una dura battaglia per ottenere cure efficaci e tempestive contro il virus HIV. Nonostante un passato da omofobo, Ron trova un improbabile alleato nel transessuale Rayon, anche lui malato di AIDS, col quale fonda una società di contrabbando dei medicinali vietati dalle leggi statunitensi. Formidabili le interpretazioni del duo da Oscar Matthew McCounaghey – Jared Leto.
Her, di Spike Jonze
Il regista di Being John Malkovich, giunto a Roma dagli States per incontrare il pubblico italiano, firma una commedia sentimentale con protagonista Joaquin Phoenix. Theodore vive a Los Angeles e lavora in una compagnia che attraverso internet scrive lettere personali per conto di altri. Quando una nuova generazione di sistemi operativi, animati da un’intelligenza artificiale sorprendentemente “umana”, arriva sul mercato, Theodore comincia a sviluppare con essa, che si chiama Samantha e ha la voce sensuale della Johansson, una relazione complessa oltre ogni immaginazione. Pellicola sperimentale ambientata in un futuro non troppo lontano, Her fonde la fantascienza e il melodramma, arrivando a toccare temi attuali come il rapporto con la tecnologia e l’alienazione dei rapporti umani.