Ad Anzio da poche ore il sindaco di Anzio, Candido De Angelis, ha deciso di rimuovere la sua assessore alla cultura e alla pubblica istruzione, Laura Nolfi. A Nettuno, da qualche settimana, il sindaco Coppola di fatto ha tolto le deleghe ai suoi assessori, a seguito di una serie di liti all’interno della sua maggioranza. Ma se Sparta piange, Atene non ride. Le opposizioni del centrosinistra tradizionale sia nella città neroniana che in quella del tridente non si fanno notare per la loro capacità di costruire una alternativa credibile e neanche per offrire ai loro elettori e in generale a tutto il corpo elettorale una visione , una serie di prospettive per questa fase post Covid, che oltre ad essere stata di grande impatto a livello di emergenza sanitaria è una lunga traversata nel deserto a livello di impatto economico sul tessuto sociale delle due città. Non parliamo del Movimento Cinque Stelle, che ad Anzio, pur esprimendo tre consiglieri ( la maggiore forza consiliare di opposizione) di fatto si manifesta nel Consiglio Comunale e nelle commissioni consiliari per pure battaglie di stampo ideologico, senza andare mai nei dettagli, mentre a Nettuno, di fatto è inesistente, gravato anche dal fatto di essere notevolmente depotenziato nell’assise consiliare dalla perdita prima delle elezioni comunali 2018, di quell’area che faceva riferimento all’ex vice-sindaco di Casto, Mancini, presente comunque a piazza Cesare Battisti grazie alla elezione tramite una lista civica. Su Skytg24, in queste settimane, vi è una interessante programmazione giornalistica condotta dal direttore di testata, chiamata “Idee per il dopo”, in cui ci si confronta con vari esponenti del mondo della cultura, dell’economia, dello spettacolo, della scienza, per immaginare e delineare ciò che sarà il futuro prossimo del nostro Pianeta, della nostra Europa e della nostra Italia. Dispiace che invece a livello locale, le classi dirigenti di centrodestra, centrosinistra, civiche e di ispirazione antipolitica come il M5S, abbiano deciso di ignorare l’argomento e di continuare diatribe interne e non, di maggioranza verso maggioranza, di opposizione verso l’opposizione e di non prendere sul serio la necessità di una pianificazione dello sviluppo economico e sociale dei due comuni del Litorale. Vi è un problema ovviamente di classe dirigente. Rimane difficile pensare che quelle attuali, sia di maggioranza, che di opposizione, siano davvero il meglio che i due territori possano esprimere, almeno per quello che vediamo a livello di assise consiliare. Rimane difficile pensare che i rispettivi corpi elettorali nelle scorse elezioni comunali ad Anzio e Nettuno abbiano deciso di affidarsi a esponenti così rinchiusi nel provincialismo. Ma forse le cose possono cambiare. “Le idee per il dopo” sono necessarie. Non di improvvisazione e di pressapochismo hanno bisogno Anzio e Nettuno. Al contrario, vi è bisogno di competenza e di rinnovamento. E intanto di dialogo.

