Lavoratori Albafor, forse accesa una luce infondo al tunnel

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2024
lavoratori albafor
Lavoratori Albafor
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Lavoratori Albafor

Ci sono volute tre travagliate sedute di Consiglio Comunale ad Albano Laziale per dirimere l’intricata matassa Albafor. Non che il problema sia risolto, ma quantomeno parrebbe si sia individuata da parte delle autorità politiche ed amministrative, una strada che porti verso l’uscita dall’attuale stato della società, avviandola verso il riequilibrio finanziario. Era pesante il clima nella serata di martedì 9 luglio, allorquando nella Sala Nobile di Palazzo Savelli, alla presenza di una folta delegazione dei lavoratori che, da sette mesi prestano la loro opera senza ricevere stipendi, andava in scena lo scontro in aula tra i vari esponenti politici di maggioranza ed opposizione. I presagi erano tutt’altro che costruttivi, mentre si stagliava all’orizzonte l’inevitabile muro contro muro. La contesa tra amministrazione comunale e minoranza consiliare era concentrata tutta nella questione esuberi e gestione del personale. La maggioranza intendeva infatti avvalersi dello strumento contrattuale e della legge 223 per regolare la trattativa sindacale e ridefinire la pianta organica minima funzionale, rivedendo i livelli dirigenziali e razionalizzando le spese, non escludendo lo strumento licenziamenti: “ma soltanto come mezzo di pressione e di trattativa” assicuravano fonti interne alla maggioranza. Di tutt’altro avviso il centrodestra che si mostrava indisponibile ad accettare quell’impostazione, attestandosi prima su una proposta accennata da Silvestroni, poi approfondita e spiegata da Marco Mattei in aula, che consisteva in una sostanziale ricapitalizzazione di Albafor: “se non con capitali liquidi, che non ci sono – illustrava Mattei – si potrebbe pensare di affidare alla società di formazione come capitale a garanzia le attuali strutture scolastiche comunali di Cecchina”. La proposta non è stata raccolta da Marini ed i suoi: “dovremmo subito cedere le strutture scolastiche di Cecchina ad Albafor in attesa della costruzione del nuovo campus scolastico – confidavano fonti della maggioranza – ma se le tempistiche di costruzione dei nuovi plessi, ad oggi sconosciute non dovessero combaciare perfettamente dove andrebbero i ragazzi che oggi frequentano le medie di Cecchina a scuola? Questi metodi da finanza creativa – chiosavano dagli ambienti del centrosinistra – hanno già fatto troppi danni alle casse del nostro comune, non intendiamo più percorrere simili vie”. La seduta notturna procedeva senza apparenti sbocchi, anzi, il nervosismo cresceva, sin quando sono iniziate le riunioni riservate tra maggioranza ed opposizione per arrivare ad un punto d’intesa. Si è arrivati ad un passo dalla rottura, ed il centrosinistra pareva seriamente intenzionato a fare tutto da solo. Si potevano vedere le facce tese e dalle parti del centrodestra l’insofferenza è stata ad un passo dall’esplodere. Nel momento di massimo scontro però, gli animi più sennati e responsabili delle parti hanno preso l’iniziativa per arrivare ad una mediazione plausibile dei vari punti di vista. Tra i più attivi attori di questo tentativo si annovera il capogruppo Udc a Palazzo Savelli Luca Andreassi, il quale nelle ore e nei giorni seguenti, si è visibilmente speso per l’accordo. Il punto da dirimere era sempre lo stesso, l’applicazione della 223, non accettata dal centrodestra, che suggeriva il modello dei contratti di solidarietà onde evitare in ogni modo qualunque possibile riferimento, anche il più vago, ad eventuali esuberi e licenziamenti. Alla fine si è prodotto un documento che, facendosi carico delle istanze di tutti è arrivato ad un punto di caduta ritenuto “accettabile” anche dal centrodestra. Nello specifico la mediazione si è prodotta nel punto in cui si afferma che:

“Si invita il socio ed il rappresentante legale della società a concludere in tempi brevi il legittimo confronto sindacale utilizzando le formule previste dalla normativa vigente in tema di costruzione di un percorso unitario capace di garantire i diritti inerenti il trattamento giuridico ed economico che salvaguardino per intero il livello occupazionale. si richiede l’attuazione della pianta organica funzionale alle attività formative e rispettosa dell’applicazione CCNL di categoria così come approvato dall’assemblea societaria del 18 aprile 2013, che tenga conto delle risultanze della trattativa con le rappresentanze sindacali”.

Se pur al momento del voto infatti l’opposizione in Consiglio Comunale non ha votato favorevolmente alla risoluzione dell’ordine del giorno in questione, tutti i principali esponenti del centrodestra: da Mattei a Ferrarini, hanno manifestato soddisfazione nei loro interventi, giudicando un passo avanti nel merito e nel metodo la soluzione trovata. Marco Silvestroni, leader di Fratelli d’Italia, per rafforzare questo concetto ha addirittura espresso voto favorevole, spiegandolo come un segnale di fiducia e costruttività per gli sforzi prodotti su questa così delicata ed importante materia. Un sospiro di sollievo per i lavoratori Albafor arriva anche per la questione stipendi arretrati, i quali, come ha detto il Sindaco Nicola Marini nel suo intervento, saranno pagati regolarmente dalla Regione Lazio che si è impegnata in tal senso per una somma totale di 7 milioni di euro. Insomma al termine di una tre giorni intensa una piccola luce infondo al tunnel di Albafor forse si è accesa: seguiremo gli sviluppi.

Andrea Titti