Per uno sportello antiviolenza ai Castelli Romani

Nasce la collaborazione tra Meta Magazine, l'Associazione Liberamente e la dott.ssa Daniela Cataldo Psicopatologa Forense e Psicoterapeuta per uno sportello antiviolenza

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Daniela Cataldo

Meta Magazine, l’Associazione Liberamente, in collaborazione con la Dott.ssa Daniela Cataldo, avviano una collaborazione sociale che ambisce all’apertura di uno sportello sociale sulle violenze di genere ai Castelli Romani. Una iniziativa che parte dal web per radicarsi fisicamente sul nostro territorio, affinchè ci possa essere un luogo fisico di ascolto, a cui tutte le vittime di violenza, fisica o psichica, si possano rivolgere per avere supporto e assistenza. A tenere lo sportello ci sarà appunto la Dott.ssa Daniela Cataldo, Psicopatologa Forense e Psicoterapeuta. Parimenti su queste pagine apriremo un canale di dialogo, informazione, sensibilizzazione e consigli, sempre rivolti alle vittime di violenza, attraverso anche il racconto di storie reali. Chiediamo proprio alla Dott.ssa Cataldo di illistrarci questa nuova iniziativa:

A chi sarà dedicato lo sportello?

“Lo sportello è dedicato a quanti sono vittime di manipolazione, violenza fisica e/o psicologica da parte di un soggetto significativo (partner, genitore ecc.). Più spesso, ma non sempre, l’abusante è il partner. Noi, per comodità, parleremo sempre di “partner”, ma potremmo sostituirlo con un genitore o con qualsiasi “altro significativo” nella vita della vittima”;

Se si è manipolati, come ci si rende conto di essere vittime?

“La vittimizzazione, quando l’offender è un manipolatore, è un processo ed è sottile; può arrivare a far mettere in dubbio il ricordo di alcuni fatti, nelle modalità nelle quali si sono svolti, sebbene si fosse presenti al momento dell’accaduto, ma i segnali di una relazione “tossica” si riconoscono dal vissuto: l’abusante è visto dalla vittima come perfetto, una persona che riesce in modo eccellente in tutto quello che fa, la vittima, invece è, a dire dell’abusante, un’incapace e non lo/la comprende. Sottilmente si instilla il dubbio, nella mente dell’abusato, di non essere sufficientemente intelligente; per quanto si sforzi di spiegare di essere particolarmente attenta ai bisogni dell’altro, continua a sentirsi un’inetta al suo confronto fin quando si sente incapace di addivenire ai compiti del quotidiano”;

Come avviene, quindi, il maltrattamento?

“Avviene attraverso il gaslighting: una forma di manipolazione verbale che si esprime sul piano della persuasione, dell’inganno e della negazione della realtà. La violenza è quella di forzare la percezione e la memoria della vittima erodendo la padronanza di sé, l’autonomia decisionale, l’auto sicurezza, la fiducia nella propria efficienza mentale. In questo modo l’offender si garantisce la possibilità di perpetuare il suo potere sulla vittima che, non fidandosi più di sé stessa, non può fare nulla per tutelarsi, specialmente perché crede nella buona fede del partner o del genitore, pensa di essersi ingannata, di aver sentito male o interpretato male la realtà. La ripetuta negazione della verità, anche quando è evidente, la porta nella confusione: piuttosto che dubitare della buona fede del partner, la lascia lo spazio al dubbio di esser potuta cadere in errore”;

Quali sono, in concreto, i comportamenti che possono far pensare di essere vittima di gaslighting?

“Un comportamento reiterato, accompagnato da commenti svalutativi, affermazioni come “Sei la solita, possibile che capisci sempre a modo tuo?”, oppure “ Ma lo vedi che non mi ascolti quando ti parlo? “ oppure “Allora non ti importa niente di me”;

Quali sono i comportamenti del gaslighter?

“In genere, presenta come premura e gentilezza il suo bisogno di controllo, tanto che alla fine convincerà la vittima di non essere più capace di guidare, o parcheggiare bene; oppure di scegliere da sola l’abbigliamento e il trucco. La accuserà di non essere autonoma e in grado di sbrigare da sola le pratiche più semplici (quelle che, prima, lui aveva insistito per fare insieme solo per non farla stancare), la tratterà come una ingenua facilmente raggirabile. Per controllarla meglio, insinuerà cose terribili che potrebbero capitarle se esce la sera con le amiche o se va a correre la mattina presto. Cercherà di distruggere in ogni modo la sua autonomia di pensiero, le sue amicizie, le sue iniziative. Meglio allora tenerlo informato di ogni iniziativa prima di farla, sia essa persino la scelta personalissima e banale di cambiare colore ai capelli, così è sicura di non sbagliare. Se lo ama davvero, la vittima deve “evitare che lui si preoccupi” o che “sprechi tanto tempo a rimediare ai suoi errori”;

Cosa succede se queste imposizioni non vengono rispettate?

“Se si cerca di mantenere un certo livello di autonomia, il conto sarà salato: malumore continuo insinuazioni offensive, coniate per far sentire in colpa, inadeguati e stupidi. Per contro, con l’intento di far desistere e tranquillizzare il gaslighter sulla propria onestà e limpidezza di intenti. In realtà sta tacitamente ammettendo i suoi, di pensieri torbidi, ma non li vede se non attribuendoli all’altro: lui tende all’ideale e lo dice apertamente. La vittima obbedisce alle richieste, di conseguenza, si isola senza rendersi conto di cedere ad una particolare violenza psicologica di forcing, travestita da cure e attenzioni. Ovviamente, il tutto è inutile, oltre che sfibrante: le richieste saranno sempre più pressanti, la vittima si troverà costantemente nella condizione di doversi giustificare”;

Insomma, sembra un mondo rovesciato…

“Si chiama “dissonanza cognitiva”; la vittima perde l’orientamento, anche perché si abitua a nutrirsi dei ricordi di quando l’abusante sembrava coinvolto davvero nella relazione (il cosiddetto love bombing). Il sovvertimento della logica e della verità, attuato mediante il gaslighting, la rende incapace di capire ed interrompere la relazione, anche se perversa; in seguito sarà rimproverata di voler sempre stare a casa, di non essere autonoma da lui, di non essere “normale”, (ma lui la ama lo stesso, anche se non si sa curare, vestire bene e comportare). Non sempre sono presenti le percosse e aggressioni, ma la destrutturazione psichica è, comunque, un Trauma Maggiore”;

Il manipolatore si rende conto di fare del male?

“L’offender ha sempre ragione e mai una responsabilità si impegna, invece, alacremente a cercare quella della vittima e la trova sempre attraverso sofismi e macchinazioni verbali. Alla fine la vittima è indotta a scusarsi per qualcosa che, nella realtà, ha innescato l’offender stesso, che potrebbe arrivare ad insinuare in lei il dubbio che ormai anche gli altri si stanno accorgendo che è una persona instabile. In pubblico, per contro, da il meglio di se: amorevolezza e finzione di padre, madre o partner perfetto e innamorato. L’altro viene ripreso pubblicamente per qualche sua dimenticanza, enfatizzandola, aggiungendo amorevolmente che dimentica sempre tutto. In questo modo, la vittima è sempre più confusa e non tenterà di difendersi. Nel frattempo, l’abusante beneficia dell’empatia degli altri, che lodano la sua devozione verso una persona che crea così tanti problemi. A questo punto, ha ottenuto il controllo della sua vittima, e l’approvazione sociale”;

Cosa si sente di dire alle vittime?

“Se vi riconoscete in uno o più caratteristiche delle vittime summenzionate, o riconoscete di subire alcuni di questi comportamenti, state vivendo una relazione tossica. Lo sportello è pensato per darvi aiuto”.

Di Andrea Titti