Raffaella Carrà, un racconto della donna e della professionista a 12 mesi dalla scomparsa

Raffaella Carrà icona internazionale dell'intrattenimento italiano

0
338
raffaellacarra1

Esattamente un anno fa veniva a mancare Raffaella Carrà, icona femminile della televisione e dello spettacolo, italiano ed internazionale. Cerchiamo di onorarla attraverso le parole di Ilaria Solazzo, giornalista, autrice di libri e bloggher, che della Carrà, anche se soltanto da spettatrice, ha vissuto ed apprezzato l’epopea.

raffaellacarra2

Ilaria, cosa ha rappresentato la figura di Raffaella Carrà per la tua generazione?

“Sono nata nel 1983 e Raffaella Carrà era già la Regina della TV. Ogni mio ricordo d’infanzia è legato a lei, alle sue trasmissioni, alle sue canzoni, ai suoi balletti. Negli anni ’80 si respirava professionalità e garbo. Lei entrava nelle case degli italiani con educazione e rispetto, donando sorrisi e mai volgarità. La sua umiltà l’ha resa unica anche tra i potenti della terra. Sempre sorridente, ha voluto evitare di infliggere sofferenza nei suoi fans, omettendo le sue reali condizioni di salute, che la vedevano combattere contro un male incurabile che l’ha ricondotta nelle braccia del Padre. La sua morte ha rappresentato per me un profondo dolore. La Carrà era una di famiglia, era famiglia”.

Oltre ad essere una estimatrice della Carrà, sei anche una giornalista che si occupa di spettacolo: cosa ha rappresentato e cosa ha lasciato in questo mondo Raffaella Carrà?

“Raffaella è stata rivoluzionaria, all’avanguardia. Lei sembrava venire dal futuro”.

Tra i tanti che portano la sua firma, ci sono stati programmi che secondo te hanno caratterizzato in modo particolare il suo rapporto con il pubblico ed il modo di fare intrattenimento?

La sua “Domenica in”, per me, resta in assoluto la migliore di tutti i tempi. Il suo “Carramba” è stato copiato… (come solitamente in Italia fanno), ma l’originale resta l’originale e le fotocopie le si lascia a chi apprezza i cloni. Le sue idee innovative hanno portato freschezza nei palinsesti Rai e Mediaset. L’ultimo suo programma rappresenta l’ultimo grande regalo che lei ha voluto farci… Una serie di interviste magistralmente create con Amore. Quell’amore che Raffaella Carrà ha messo in ogni sua creazione”.

Le interviste, sono un genere in cui anche tu spesso ti cimenti nel tuo lavoro giornalistico: hai tratto ispirazione anche da lei su come approcciarti nella realizzazione delle tue?

“Nelle interviste rendeva protagonisti assoluti gli ospiti e mai sé stessa. Da splendida padrona di casa quale lei era ha messo a suo agio ogni vip nazionale ed internazionale”.

C’è un tratto della sua personalità che raramente viene messo in luce, il suo rapporto con la Fede: potresti dirci qualcosa in merito?

“Raffaella ha incarnato gli insegnamenti trasmessigli da sua nonna e sua madre, donne di fede cattolica vera: “Ama il prossimo tuo come te stessa”. E’ stata per me una musa ispiratrice”.

Si dice abbia avuto una devozione particolare per Padre Pio: per te che sei una ragazza di Fede, per giunta pugliese, immaginiamo che questo abbia avuto particolare rilievo ai tuoi occhi?

“Dopo la canzone che vide tra gli autori Gianni Boncompagni su Satana –

(SATANA: Autori: Gianni Boncompagni, Franco Bracardi, Raffaella Pelloni. Arrangiatori: Stefano Acqua, Stefano Magnanesi. Produttori: Stefano Acqua, Stefano Magnanesi. Edizioni: Arcoiris , Disaster) ndr – da lei cantata in Tv per non dare un dispiacere all’amico ed ex amore dei suoi esordi, sarà Sergio Japino, sua anima gemella, a farle conoscere Padre Pio. Raffaella si innamora di questa figura tanto cara a Dio a tal punto che approfondisce la vita del frate leggendo libri e visitandone i luoghi della sua storia. Sarà proprio Padre Pio a volerla a San Giovanni Rotondo come madrina di una nuova avventura”.

Nonostante questo però, non sono mancate alcune polemiche su alcuni suoi atteggiamenti…

“Lo scorso anno alcune persone hanno puntato il dito contro di lei definendola satanista. Vorrei dire a costoro, che nella vita tutti combattiamo contro le tentazioni che il demonio ci pone dinnanzi. A volte nella rete del maligno ci si resta intrappolati, altre volte come è accaduto a Raffaella ci si esce rinati. Non sono le parole, ma le nostre azioni a definirci. Sull’autenticità della Fede di Raffaella Carrà e sulla sua assoluta distanza da certi ambienti e da certe subculture, parlano i fatti ed il suo vissuto, dal primo all’ultimo giorno, e non può essere un balletto fuori dalle righe, come è normale che accada quando si fa spettacolo, a scalfire questa verità”.

raffaellacarra3

Ricordiamo alcune delle tante azioni ed opere che definiscono la persona Raffaella Carrà, oltre la professionista:

“Mai egoista, mai cattiva, aveva per tutti una parola buona anche quando le colleghe su di lei dicevano inesattezze. Non era una presenzialista, amava esserci solo quando aveva realmente qualcosa da dire. Raffaella ha fatto in gran segreto tanta beneficenza e tante donazioni importanti. “Non sappia la destra cosa ha fatto la sinistra”. Non apparteneva a quella categoria esibizionista che commercializza ogni piccolo o grande gesto. Per lei non esistevano famosi e non famosi, esistevano creature. Sapete perché amava i bambini? Perché sono puri e privi di qualsiasi malignità. Sono piccoli putti dal cuore d’oro”.

La mancata maternità è stato forse il suo più grande cruccio?

“Ha sofferto tanto la solitudine, anche se in pochi ci crederanno, perché si tende erroneamente a credere che chi è ricco e famoso non conosca la malinconia o la depressione. Proprio Raffaella in una intervista rilasciata a Rita Dalla Chiesa disse che lei essendo del segno dei Gemelli era in lotta con i suoi due io, la pigrizia e la dinamicità. Sceglieva di dare da mangiare alla seconda e di fare bene ciò che era chiamata a fare lavorativamente parlando.

Ha sofferto tanto per la sua mancata maternità, pur avendo amato i suoi nipoti, figli del fratello, come fossero suoi. Ciò non l’ha resa cinica ma doppiamente amorevole tanto da aver adottato tantissimi bimbi sparsi nel mondo”.

Secondo te, se esiste, qual è l’eredità più grande che Raffaella Carrà ha lasciato al suo mondo ed al pubblico?

“Il suo successo professionale, la popolarità e la capacità di suscitare sentimenti profondi sono scaturiti soprattutto dalla sua umanità e dalla consapevolezza che il suo talento poteva dare molto al suo pubblico, che ogni persona è preziosa e meritevole di attenzione e rispetto. Credo che la sua più grande eredità risieda nella sua personalità, in come è riuscita a trasmettere quanto di bello e buono dentro di lei albergassero, nonostante la vita non riservi solo gioie”.

Quando si dice Carrà si pensa all’immagine del suo proverbiale caschetto…

“Il suo colore preferito era il giallo, colore del sole, che scalda i cuori e dona luce. Il sole che rischiara ogni cosa. Giallo come il biondo dei suoi capelli. Una vita a colori, vissuta da chi sapeva fare televisione a colori anche quando gli schermi erano in bianco e nero”.

Cosa ha trasmesso alle nuove generazioni di artisti?

“In una intervista da lei rilasciata ad un suo collega giornalista ha elargito utili consigli per i giovanissimi: “Studiate, non fatevi cogliere impreparati. Quando il treno arriva non si ha poi il tempo di prepararsi a dovere”. Saggia Maestra in ambito della comunicazione. Ha dato spazio e successo a tanti volti, oggi noti, che a lei devono tutto… Uno su tutti: Alessandro Greco”.

Nel panorama dello spettacolo vedi una sua erede oggi?

“Ogni personaggio credo sia unico a suo modo, ma Raffaella è stata e sarà ineguagliabile”.

raffaellacarra4

Raffaella Carrà e le donne: che rapporto c’è stato secondo te?

“La libertà di essere penso sia il modo in cui Raffaella ha voluto raccontare se stessa e le donne, dentro e fuori dagli schermi. Essere sempre vere e non portare mai maschere. Ci ha insegnato che un ombelico può essere sensuale ed innocente allo stesso tempo, ad essere padrone dei nostri corpi, in una Italia ai tempi troppo conformista e bigotta”.

“Ci manca, tanto…”.

(Foto tratte dal Web)