SPORT – Dopo aver dato per primi l’anticipazione della partecipazione dello Sporting Pavona al prossimo campionato femminile di volley nella serie C regionale, Meta ha voluto sentire il polso delle giocatrici pavonesi, in merito alle reazioni che nel gruppo siano emerse. Abbiamo ascoltato per prima Sara Crovella, giovane schiacciatrice che quest’anno ha militato nello Sporting in Prima Divisione. La 21enne romana, superando le prime timidezze dovute alla poca dimestichezza con le ribalte mediatiche, Meta sta portando un po’ di scompiglio nel mondo dello sport di base perchè raramente i giovani atleti hanno voce sui grandi media, ha risposto ad alcune nostre domande.
Sara sai della notizia della partecipazione dello Sporting alla prossima C?
“Si, l’ho appresa assieme ad altre mie compagne di squadra in palestra, dopo l’allenamento di venerdì scorso il mister Fabrizio Trivelloni ci ha voluto informare della cosa”.
Cosa ne pensi?
“Ho accolto la notizia in maniera estremamente positiva. Era nelle mie ambizioni partecipare ad un progetto di crescita”.
Tra le tue compagne che clima si respira?
“Si avverte una carica positiva,, da un lato c’è un certo stupore misto alla attesa rispetto a ciò che accadrà, dall’altro prevale l’euforia per una nuova avventura certamente stimolante”.
Passando da una Prima Divisione al campionato di C necessariamente la rosa della squadra sarà rinnovata: non temi contraccolpi negativi nello spogliatoio con l’arrivo delle nuove giocatrici?
“Assolutamente no, io personalmente amo la competizione e credo che avere delle compagne sempre più brave sia uno stimolo per migliorarsi e crescere insieme. Ben vengano altre ragazze “.
Questo è stato il tuo primo anno a Pavona: come ti sei trovata?
“Io gioco a pallavolo da quando avevo 9 anni, per cui questo sport per me è una grande passione. Pur abitando a Roma, l’anno scorso ho scelto Pavona, dopo lo scioglimento della mia vecchia società. Qui ho trovato un ambiente positivo, una società sana e delle compagne di squadra con cui ho legato molto bene, anche fuori dal campo, ci sono tutti i presupposti per fare bene”.