La maggioranza di Borelli non c’è più, parola del Pd

E' sfida a colpi di manifestazioni tra Pd e la Consigliera Regionale Alessandra Zeppieri

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Il centrosinistra di Albano ha deciso di ufficializzare plasticamente la spaccatura in maggioranza di cui su queste pagine vi raccontiamo in solitaria da molto tempo, orchestrando una settimana di manifestazioni e contromanifestazioni dal sapore di campagna elettorale.

A dare involontariamente fuoco alle polveri è stata la Capogruppo del Polo Progressista alla Pisana Alessandra Zeppieri, inserendo nell’ambito di un programma di eventi incentrati sulle tematiche ambientali che da settimane la vede impegnata sul territorio dei Castelli Romani, per il prossimo 13 febbraio, un appuntamento dalla rilevanza nazionale a Palazzo Savelli, dato che sono annunciate le presenze dei due leader dell’Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.

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Tutto normale, se non fosse per il fatto che, gli strateghi del Partito Democratico hanno pensato bene di promuovere per l’11 febbraio, due giorni prima e sempre a Palazzo Savelli, un’altra manifestazione dal titolo “La Primavera dei Comuni”, sul cui manifesto si prevedono le presenze di alcuni esponenti regionali di centrosinistra.

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In aggiunta c’è il Movimento Cinque Stelle che, evidentemente non pago di vedere il proprio simbolo campeggiare sulle locandine di entrambi gli incontri, ne ha promosso uno in proprio lo scorso venerdì 7 febbraio sui rifiuti. Una bazzecola per chi ha la disinvoltura di firmare i decreti sicurezza con Salvini per poi diventare il punto di riferimento dei progressisti.

Ma sono le due kermesse del centrosinistra ad evidenziare il punto politico di una spaccatura nella maggioranza che fino ad oggi ha retto, non senza travagli, le sorti dell’amministrazione Borelli. Dal Partito Democratico di Albano potranno anche minimizzare, derubricando il caso ad uno scherzo del calendario, ma è di tutta evidenza che i due incontri siano in netta contrapposizione, non tanto sui temi nazionali e regionali dietro cui si trincerano gli annunci, ma sulla tenuta della giunta di Massimiliano Borelli. Ciò che stupisce maggiormente tuttavia è l’iniziativa dei dem, i quali non solo vanno a rimorchio facendosi dettare l’agenda dalla Zeppieri, rinunciando al ruolo di guida che un partito di maggioranza relativa della coalizione dovrebbe avere, ma scelgono di farlo da una posizione di debolezza, in termini politici e di contenuti, organizzando in fretta e furia una passerella di sigle: alcune fantasma, altre presenti solo formalmente sul territorio albanense, escludendo soprattutto quelle realtà civiche che sono state il perno attorno al quale sono state costruite le coalizioni che hanno permesso al Pd, ad Albano come in altre realtà castellane, di vincere. Sfugge infatti il senso di un ragionamento incentrato sul “buon governo” di Albano in cui il Pd si dimentica del contributo giunto da una delle esperienze più riconosciute, anche a livello elettorale, come testimoniano le ultime regionali, come quella dell’ex assessore alla pubblica istruzione, così come appare poco lungimirante mettere ai margini della narrazione politico-amministrativa altre realtà come: Viviamo Albano, Patto Civico, Noi Domani e Liberali Riformisti,  specialmente in un momento in cui, due di queste: Patto Civico e Noi Domani, hanno formalizzato l’appoggio esterno, aprendo una crisi su cui il Sindaco dovrebbe riferire in sede di Consiglio Comunale, se non per dovere, almeno per coerenza rispetto alle posizioni del suo partito che chiede ogni due per tre al Presidente del Consiglio di rispondere in Parlamento persino alle interrogazioni.

A meno che la manifestazione di martedì non rappresenti la volontà del Pd di un cambio di linea: trasformando il centrosinistra da una coalizione improntata al civismo, non solo di sinistra, in una specie di campo largo, anche se in via di restringimento, dove tornano i partiti nazionali a riprendersi lo spazio perso negli anni.

Un cambio di fase certamente legittimo, che meriterebbe però riflessioni più approfondite, coinvolgendo in particolare chi dalla società civile ha abbracciato un progetto e di colpo si ritroverebbe intruppato in dinamiche molto diverse, che potrebbe rifiutare. Puntare inoltre sulla conta numerica incentrata sulla sommatoria delle sigle, non tenendo conto delle specificità locali, è un peccato di arroganza di solito fatale in politica.

Da tempo scriviamo che il timone politico del Pd e del centrosinistra di Albano si è allontanato da Albano, e che anche le scelte amministrative che stanno suscitando proteste e diffuso malcontento tra i cittadini, sono orientate da chi ha perso il contatto col territorio e con le sue articolazioni sociali. A ciò va aggiunta l’insipienza di una classe dirigente “democratica” che, presentatasi come la generazione del rinnovamento, si è rivelata solo con le vesti del peggior vassallaggio, utile forse a fortificare qualche personalissima carriera, in realtà mortificante per la politica e l’intera città.

A costoro andrebbe dedicata la metafora del coniglio tanto cara ad Elly Schlein.