Nella cornice del centro di Roma, in una sala del Centro Congressi Cavour gremita di sabato mattina, piena di giovani e giovanissimi, ha fatto il suo esordio come candidata al Campidoglio Maria Beatrice Scibetta. Già leader romana di Generazione Futuro, la 23enne studentessa di scienze politiche ha deciso di continuare e rilanciare il suo impegno politico di militanza e proposta per Roma sposando il progetto civico di Alfio Marchini. Accanto a lei sul palco una squadra di giovani, preparati ed appassionati candidati in alcuni Municipi che hanno deciso di interpretare in prima persona le istanze di rinnovamento di cui la città sembra avere grande bisogno. Alessandro Meschino (candidato nella lista di Marchini nel IV Municipio ex V), Adriana Levi (III ex IV), Lorenzo Calabrese (XIV ex XVI), Andrea Salcuni (I), Matteo Bernabei (II). Presente all’incontro anche Giovanni Ceccaroni (candidato nella medesima lista nel XIV ex XIX). Tutti i ragazzi sono alla prima esperienza da candidati ma ciò non sembra intimorirli ne fiaccare il loro entusiasmo. Provenienti dal mondo universitario, hanno ben chiaro in mente le direttrici lungo le quali sviluppare il loro progetto di squadra per Roma Capitale e per i loro territori.
“Non esistono a priori schieramenti nel giusto e schieramenti nel torto – sostiene Beatrice Scibetta nel suo intervento – ma esistono solo donne e uomini che vogliono rendere la politica utile o distruttiva, io sono fra coloro che vogliono renderla utile”.
Tra la gente in sala c’è grande partecipazione a sostegno di una ragazza che nei due anni di impegno nella politica giovanile trascorsi, ha dimostrato capacità progettuali e di aggregazione non scontate, condite da un’impegno generoso e costante che solo chi coltiva realmente una sana passione può mostrare.
“Quando la nuova generazione – incalza Scibetta – la mia, è abituata allo scandalo quotidiano, cambia la percezione della giustizia e si perde il senso delle priorità.
Non posso rassegnarmi allo sbriciolamento della legalità e alla mancanza di rappresentanza delle istanze di una intera generazione costretta alla disillusione.
Non voglio rassegnarmi a delegare il nostro futuro a potentati partitocratici già manifestamente fallimentari.
Non posso e non voglio rassegnarmi – continua – a sentire la solita storia di sempre: “è così e non puoi farci nulla”.
Voglio raccontare un’altra storia. La storia di una città che brilla di tutto il suo potenziale. La storia di un’amministrazione concreta e efficiente che tenga conto delle esigenze di tutti i cittadini. La storia di una politica di verità e passione, che costruisca il suo consenso sul potenziale marginale aggiuntivo di ogni suo componente, prima che sul singolo leader messianico.
Voglio raccontare la storia della maggioranza delle persone: una storia di onestà che crei valore umano prima che materiale.
Perché è una sinergia di intenti che crea una realtà migliore.
L’augurio più grande che mi faccio all’inizio di questa campagna elettorale è quello di creare l’entusiasmo necessario per immaginare una città efficiente e solidale tanto quanto è appassionante”.
Scendendo nello specifico delle proposte programmatiche che Beatrice e la sua squadra propongono: si parte da una ridefinizione territoriale della Città Eterna, che abbandoni l’attuale spersonalizzante divisione in Municipi sterminati per ripartire dai quartieri storici di Roma, quei 112 tra quartieri e borgate attorno a cui Roma è cresciuta ed attorno ai quali è diventata una delle città piu’ belle e abbandonate del mondo. “Un progetto per ogni quartiere” sostengono i ragazzi di Marchini, che interpreti la vocazione autentica delle mille sfaccettature di Roma. Riattivare degli incubatori d’impresa su ogni territorio, per rilanciare la cultura dell’imprenditorialità, accanto ai ragazzi ed alle ragazze che volendo aprire un’impresa oggi sono abbandonati all’interno di una selva burocratica capace solo di imprigionare la fantasia ed il coraggio umiliando ogni merito. “Non voglio una Roma mafiosa – sostiene Beatrice Scibetta – che ha visto fallire alla prova dei fatti un’amministrazione eletta per rinnovare e cambiare nel segno della meritocrazia ed invece dopo cinque anni la ritroviamo coinvolta in mille scandali, fatti di clientele, nessuna trasparenza e parecchio malaffare. Come non vorrei vedere Roma – prosegue Beatrice – governata da coloro che, oggi si presentano come nuovi ma in realtà per piu’ di venti anni hanno gestito Roma applicando i medesimi metodi spartitori, feudali e partitocratici. Perchè se è vero come è vero che molti scandali sono esplosi oggi, è altrettanto vero che gli stessi scandali hanno visto mettere le loro radici quando coloro che oggi sostengono Marino governavano con maggioranze Bulgare”.
Entusiasta dei giovani candidati si mostra essere Alfio Marchini, che intervenendo a chiusura della manifestazione si è detto “orgoglioso di questa esperienza elettorale che gli ha fatto riscoprire ed amare ancor di piu’ Roma e la sua gente. Questi giovani sono meravigliosi – ha detto Il candidato Sindaco Marchini – per capacità e passione, a loro dopo le elezioni darò gli strumenti per continuare questo splendido lavoro che oggi stanno facendo. Io credo che le rivoluzioni migliori partano dalle donne e dai giovani – conclude – e Beatrice in se contiene tutte e due queste caratteristiche”.
Andrea Titti