Camille Corot- Omaggio a Marino
“Corot ancora molto giovane, prenderà alla lettera i consigli di Michallon suo maestro: osservare attentamente la natura e riprodurla in maniera genuina così come appare alla luce del sole, ”en plein air “ all’aria aperta. Dallo studio dei grandi maestri del paesaggio, da Nicolas Poussin a Gaspard Dughet ,dall’ammirazione per l’inglese Turner, scaturirà uno stile ineguagliabile che porterà la critica a considerare Corot il precursore dell’Impressionismo. Un puro istinto pittorico, questa l’originalità di Corot che non seguirà né modelli né regole in uno stile rivoluzionario per l’arte del suo tempo che desterà l’ammirazione dello stesso Picasso.Il provinciale di Parigi, innamorato della luce, scoprirà proprio in Italia “l’eclat du soleil”,il brillare del sole. E’ proprio così che nell’intraprendere il cosiddetto “Grand Tour” inizierà con il suo viaggio in Italia nel 1825 dove sarà a Roma già nel dicembre di quell’anno come testimoniano alcune tra le sue opere più famose (Vedute del Colosseo etc.).E’ del 1826 la sua più intensa attività sia in Roma che nei dintorni: un lavoro estenuante nella pittura testimoniato dalle numerose opere riguardanti i paesaggi della campagna romana,della Sabina, di Civita Castellana, di Viterbo, Papigno, Narni, Tivoli, di Marino, Castelgandolfo, Ariccia e Genzano. La sua presenza a Marino più documentata è quella tra la primavera e l’estate del 1827, almeno da maggio a luglio, dove soggiornò insieme al suo amico e pittore Leon Fleury : “torno in quest’istante dalla campagna :Ebbene! Non sono affatto entusiasta di me stesso; speriamo che domani sia più confortante”.Le sue “pochades d’Italie”, pennellate d’Italia, rimarranno chiuse in un cassetto nel suo ritorno a Parigi per molti anni ancora.Sarà solo dopo il suo terzo viaggio in Italia (1843) che Corot invierà ai Salons di Parigi, le famose mostre artistiche biennali, i suoi “souvenir d’Italie” ricordi d’Italia e anche quei paesaggi eroici come il Democrito, il Concerto fra i Pastori, o il Dante e Virgilio, tutte opere che trassero ispirazione da quei luoghi incantati che l’artista ebbe modo di visitare nel suo soggiorno nei dintorni di Roma, come il Bosco Ferentano di Marino così caro a Poussin e Dughet . A Parigi riceverà in seguito la stima e l’ammirazione di molti artisti e scrittori contemporanei. Tra i pittori, Delacroix che lo aveva visto lavorare, dirà di lui:”Corot è un vero artista!”. Tra le opere principali che riguardano la città di Marino, prima fra tutte quella che rappresenta la veduta in pieno giorno della piazza principale , Piazza Matteotti, con la torre medievale dei Frangipane(quella sopra il Bar Pasqualotto, la nota gelateria storica)e quella che ancora era la Chiesa di Santa Lucia, attualmente Museo Civico Mastroianni, un dipinto ad olio su tela , custodito nel Museo di Belle Arti nella città di Angers in Francia. Diversi altri quadri rappresentano il vallone del Barco Colonna, come ad es. il “Paesaggio autunnale nei pressi di Marino” oggi al Museo Stadel di Francoforte .Nello stesso museo è possibile ammirare l’opera “Veduta di Marino nei Colli Albani al mattino presto” nella quale la città e la Collegiata di San Barnaba con il suo bel campanile ci appare da Colle Cimino con sullo sfondo addirittura la costa tirrenica. Un’ altra opera poco conosciuta è “Una Cava di Marino” datata 1826 ,oggi allo “Speed Art Museum “ di Lousville nel Kentucky, dove Corot immortala quei luoghi di fatica di intere generazioni e che nei secoli sono stati una grande fonte economica. Straordinario è inoltre ,tra i diversi disegni custoditi al Louvre, il “Cavaliere che arriva a Marino” che riproduce lo stesso soggetto , il Santuario della Madonna dell’Acqua Santa , dallo stesso punto di osservazione dell’artista, già adoperato da Peter Von Hess dieci anni prima. Chissà se fra i tanti ritratti di donne e bambini eseguiti, il prolifico artista non abbia immortalato qualche personaggio marinese e che vista la sua lunga permanenza nella nostra città, qualcuno non ne possegga in soffitta qualche antica tela o bozzetto”. Lo dichiara Marco Bellitto Italia Nostra sezione di Marino