
POLITICA – L’estate del centrodestra di Albano, a dieci mesi dalle elezioni amministrative, si svolge attorno alla proposta lanciata da Fratelli d’Italia di celebrare le elezioni primarie. La proposta, cavallo di battaglia del partito di Giorgia Meloni a livello nazionale, sta facendo discutere. Per ora solo il consigliere comunale di Forza Italia Daniele Brunamonti ha ufficialmente dichiarato la sua candidatura alla guida della coalizione di centrodestra. Ma a che, ed a chi, servirebbero davvero queste primarie? Proviamo ad argomentare qualche nostro pensiero in merito. Le elezioni primarie, si dovrebbe poi stabilirne la tipologia, visto che ce ne possono essere infinite, come il Partito Democratico insegna, sono indiscutibilmente un momento di partecipazione libera e democratica dei cittadini alla vita politica e, come tale, apprezzabili. Tuttavia esse non forniscono soluzioni ai problemi, essendo soltanto un metodo, uno strumento organizzativo o, al massimo, un passaggio per la selezione di nuova classe dirigente all’interno di un partito o di una coalizione. Già, un partito o una coalizione. Ecco perchè, ad Albano Laziale, ma non solo, a chi pone le primarie come soluzione politica e di governo chiediamo: quale è il partito e quale la coalizione all’interno dei quali confrontarsi? Se i partiti, i movimenti o le coalizioni sono il luogo del confronto politico, in quale luogo ad Albano ci si confronterebbe? Entro quale perimetro condiviso gli eventuali candidati porterebbero le loro proposte in competizione? Fratelli d’Italia è un partito e come tale ha il diritto/dovere di lanciare formule e proposte, anzi, nell’attuale stallo è innegabile che quella delle primarie sia l’unico argomento in campo ad oggi. Ma se alle proposte di un partito rispondono le singole personalità politiche e non altri partiti, liste civiche o movimenti di sorta, è evidente che la natura stessa delle pprimarie si capovolge, divenendo da strumento unificante ad occasione di ulteriori divisioni. Se ci devono essere primarie è indispensabile che prima si stabiliscano i confini entro i quali ci si confronta, altrimenti anche il segretario di Rifondazione Comunista, a buon diritto, si potrebbe candidare, in alternativa alla maggioranza di Marini. Sarebbe il caso di dire, ora e subito, prima delle eventuali primarie, a chi le primarie stesse si rivolgono: al centrodestra? E cosa è “il centrodestra” secondo i proponenti le primarie? Sono solo i partiti o anche altre realtà politiche e sociali? Si è detto, nella nota diramata da FdI, che ci si rivolge a tutti coloro che sono alternativi all’attuale centrosinistra di Albano. Ma tra questi si intendono anche esponenti che tutt’oggi sostengono la giunta Marini in Consiglio Comunale? Oppure si pongono dei confini a questo aspetto? Magari un limite temporale entro il quale sia consentito il “ravvedimento operoso”, potrebbe essere necessario fissarlo, onde evitare che agli occhi dei più maliziosi, le primarie possano essere usate come la zattera di Caronte per chi è in cerca di nuove verginità. Per usare una metafora sportiva, visto che Meta sta orientando la sua attenzione sociale anche verso questo mondo ultimamente, potremmo dire che un match di pugilato differisce da una rissa da strada soltanto perchè ci sono un ring e delle regole di combattimento. Primarie senza ring somiglierebbero soltanto all’ennesima rissa da social network, come troppe se ne stanno vedendo ultimamente aventi protagonisti esponenti politici locali. Malignità a parte, per come si sta sviluppando il dibattito, nel centrodestra non vi è altro che la riproposizione ed il riposizionamento degli stessi esponenti che, sino ad oggi non hanno saputo, o voluto, trovare un progetto politico comune per la prossima legislatura. Le stesse polemiche con lo sguardo ancora rivolto alle cause, senza rintracciarne i reali perchè oltretutto, della sconfitta del 2010, privi, per ora, di alcuna risposta concreta ai problemi della città in termini di programmi e di personalità che ne incarnino lo spirito di rinnovamento, se il rinnovamento si vuole. Se FdI propone le primarie e non è Forza Italia unitariamente come partito a prendere posizione in merito, ma altresì singoli esponenti di FI addirittura si candidano, non solo significa che non esiste coalizione, ma non esistono neppure le basi per formarne una realmente coesa e competitiva. Siamo sempre, inesorabilmente, non ce ne vogliano i protagonisti, alla riproposizione dei personalismi. Il centrosinistra ha impiegato molti anni per affinare lo strumento primarie, proprio perchè, nei primi esperimenti, basati su primarie di coalizione, l’esito ha portato ad ampliare le fratture esistenti. Non sarà un caso se, le uniche primarie che hanno scaturito dividendi politico elettorali al Pd, sono state quelle che hanno portato Matteo Renzi prima in sella al partito, poi alla guida del Governo, con annesso risultato elettorale storico alle ultime elezioni europee. Questo a nostro avviso è stato possibile perchè, le ultime primarie a sinistra si sono svolte all’interno di un partito e, all’interno di un partito maggioritario, si è sviluppata una nuova classe dirigente che, senza provocare scissioni ma, a giudicare anche dagli ultimi movimenti parlamentari a sinistra, si pone come aggregatore di ulteriori forze sin qui disgregate, ha preso la responsabilità politica delle scelte, unendo un fattore di ricambio in termini di persone e di programmi.
Semplificando il nostro ragionamento: se il centrodestra di Albano e nazionale cerca un Renzi non lo troverà mai sin quando non esisteranno dei veri partiti entro i quali i giovani possano formarsi e costruire proprie soggettività. Gli attuali contenitori sono del tutto insufficenti ed inadeguati a soddisfare questa ineludibile esigenza. Gli esponenti di centrodestra più saggi lo sanno, anche se per ora non lo dicono, o si limitano a sussurrarlo.
In questo frastuono di nomi, mancano del tutto gli aggettivi ed i verbi, che renderebbero il discorso comprensibile ai cittadini. Mancano i programmi e le piattaforme attorno alle quali confrontarsi: quale il progetto? Cosa si fa con i Patti Territoriali? Cosa si fa per il centro storico e le periferie? Cosa si propone per il turismo e l’occupazione? Per il sociale? Per l’impiantistica sportiva? Chi saranno i prossimi assessori dei vari contendenti delle primarie? No perchè se il Sindaco che si candida è nuovo ma poi si circonda di quella gerontocrazia ultradecennale che da sempre saltabecca da un lato all’altro degli schieramenti non si può parlar di rinnovamento senza rischiare querele.
Se le primarie dovranno esserci, primarie siano, tanto sino a quando i veri nodi politici non verranno sciolti per il centrodestra non vi sarà vera pace ma solo interessati e guardinghi armistizi armati. Se non si deciderà quale strada prendere tra innovazione e conservazione, vecchio e nuovo, programmi e persone, non se ne uscirà, e saranno poi gli elettori a dare sentenza,. non alle primarie, ma alle vere elezioni.