“#CORONAVIRUS IL 12 APRILE ALTRI 37 NUOVI CASI AI CASTELLI ROMANI E LITORANEA
IL CORONAVIRUS SI DIFFONDE INDISTURBATO NELLE CASE DI RIPOSO E NELLE STRUTTURE OSPEDALIERE (ALMENO 150 POSITIVI)
LA CURVA DEI NUOVI CONTAGI E’ DI NUOVO RISALITA IN CIMA AL PICCO
IN ALCUNI COMUNI SERVONO MISURE PIU’ INCISIVE E L’IMPEGNO DI TUTTI: #RESTIAMOACASA
Nella ASL RM6, che comprende i Castelli Romani e la Litoranea, il 12 aprile il numero dei positivi è salito a 686, con altri 37 nuovi casi.
Nel comunicato della ASL RM6 si evidenzia che sono state “attenzionate” una casa di riposo di Albano, Villa Nina di Frattocchie, San Raffaele di Rocca di Papa e Ini di Grottaferrata.
Nella casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa sono stati individuati 23 casi positivi al Coronavirus. Si tratta sia di ospiti in isolamento presso il reparto di lunga degenza e sia di operatori sanitari in isolamento domiciliare.
Nella struttura per anziani “Villa Nina” di Frattocchie, nel comune di Marino, i contagi da coronavirus sono saliti a 48 casi (+7 nella giornata odierna).
In una struttura per anziani di Pavona, nel comune di Albano, i contagi da coronavirus sarebbero 10 casi.
All’INI di Grottaferrata, secondo quanto comunicato dal Sindaco, i positivi sono saliti a 48, riscontrati sia tra i pazienti sia tra gli operatori.
Mentre i cittadini sono chiusi in casa, il coronavirus si diffonde indisturbato nelle case di riposo, nelle RSA e nelle strutture ospedaliere, che diventano i pericolosi focolai della diffusione del virus.
Tali strutture andavano “controllate” dal primo momento, non “attenzionate” quando il covid-19 si è già diffuso, per fare la triste conta dei positivi prima e dei decessi poi.
Il Comune di Marino ha evidenziato che la ASL RM6 continua a rassicurarli sull’efficacia delle misure contenitive attivate all’interno di queste strutture, ma il numero dei positivi aumenta di giorno in giorno.
Il Comune di Rocca di Papa ha deciso di trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica.
Considerando che viene messa a grave rischio la vita di centinaia di anziani, qualcuno dovrà stabilire le responsabilità di questo disastro che sta colpendo nei Castelli Romani le case di riposo, le RSA e le strutture ospedaliere.
Il Comune di Albano, unico caso al mondo, continua a non fornire alcuna informazione alla popolazione sulla diffusione del coronavirus sul territorio. Tale decisione è assolutamente incomprensibile, in quanto sulla base della legge 265/99 è un preciso compito istituzionale del Sindaco informare la popolazione sulla evoluzione dell’emergenza sanitaria.
L’impressione generale è che di fronte a questa gravissima emergenza sanitaria manchi nei Castelli Romani una vera cabina di regia tra ASL RM6 e Sindaci, le informazioni fornite alla stampa e ai cittadini sono poche e frammentarie, nulla viene spiegato sulle cause e sulle modalità di diffusione del virus (informazioni utilissime per il monitoraggio del virus nella fase 2). La nostra proposta di costituzione dell’Unione dei Comuni dei Castelli Romani, con delega della funzione della protezione civile, sarebbe risultata utilissima in questa situazione di emergenza sanitaria.
Sulla base delle nostre analisi, la curva dei nuovi contagi aveva raggiunto il picco il 26 marzo, ma a seguito dell’esplosione dei nuovi contagi nelle case di riposo e nelle strutture sanitarie private, siamo ritornati sul picco.
In questo mese i cittadini hanno fatto un grande sacrificio, rimanendo nelle proprie abitazioni e riducendo al minimo gli spostamenti. Le misure di distanziamento sociale sono state applicate diligentemente dai cittadini.
I risultati sono molto buoni. Come si evince dal grafico, l’andamento dei contagi (linea rossa nel grafico) rimane molto più lento rispetto alla simulazione del numero di contagi ottenuta con il modello matematico (siamo scesi al 2% e siamo tra i migliori in Italia).
Quindi, nei Castelli Romani e Litoranea stiamo contenendo il coronavirus. Senza questo impegno straordinario dei cittadini i contagi sarebbero arrivati nei Castelli Romani e Litoranea a 37.544 positivi, con un impatto devastante sulle deboli strutture sanitarie pubbliche.
Questi risultati sono stati ottenuti anche con un ottimo lavoro della ASL RM6 e dei soggetti positivi che sono riusciti a mettere in sorveglianza domiciliare nel nostro territorio migliaia di persone che hanno avuto rapporti con i soggetti positivi.
Se da un lato le misure di distanziamento sociale hanno ben funzionato, grazie all’impegno responsabile dei cittadini, è purtroppo mancata da parte delle istituzioni (Regione Lazio, ASL RM6, Comuni) una forte azione di controllo preventivo sulle case di riposo, sulle RSA e sulle strutture ospedaliere.
Di seguito la ripartizione dei contagi per singolo comune dei Castelli Romani e della Litoranea sulla base delle comunicazioni ufficiali delle autorità competenti: Grottaferrata (88 contagi, di cui 64 suore), Marino (79, di cui 48 nella casa di cura Villa Nina a Frattocchie), Nettuno (51), Albano (40, di cui 10 in una casa per anziani a Pavona), Frascati (39), Pomezia (39), Velletri (38), Lariano (23), Rocca di Papa (20, di cui 8 nella casa di cura San Raffaele), Ardea (19), Ariccia (17), Anzio (15), Ciampino (14), Castel Gandolfo (13), Rocca Priora (13), Genzano (12), Montecompatri (7), Monte Porzio Catone (6), Lanuvio (5), Colonna (4), Nemi (1). Si precisa che i dati sono in continuo aggiornamento.
Per visualizzare la cartina per comune sulla diffusione del coronavirus nel Lazio, puoi fare click sul seguente link:
https://drive.google.com/open…
E’ importante notare che ben 147 comuni del Lazio con una popolazione complessiva di 213.559 abitanti non presentano alcun contagio.
Ci sono le isole (Ponza, Ventotene) e altri 7 comuni della provincia di Latina, decine di comuni appartenenti alle comunità montane dell’Aniene, dei Monti Lepini, dei Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani e Prenestini, 32 comuni del frusinate, 22 comuni del viterbese e 47 comuni del reatino.
Dopo un mese di quarantena forzata, il numero di nuovi contagi dovrebbe essere nullo.
I Sindaci, la ASL RM6 e la Regione Lazio dovrebbero valutare con la massima attenzione l’opportunità di aumentare le misure di distanziamento sociale.
Una misura molto importante che i Sindaci dei Castelli Romani e Litoranea dovrebbero applicare da subito è quella relativa alla obbligatorietà dell’uso della mascherina in luoghi pubblici, evitando in questo modo che un soggetto positivo asintomatico possa contagiare altri cittadini. Sarebbe una forma di rispetto verso gli altri. Dobbiamo imparare dalla Corea del Sud, paese che ha vinto la guerra contro la diffusione del coronavirus: i cittadini indossano la mascherina anche se hanno un semplice raffreddore come forma di rispetto verso gli altri.
Considerando la scarsa ed insufficiente informazione che viene quotidianamente fornita dalla Regione Lazio, dalla ASL RM6 e dai Sindaci, sui dati del monitoraggio della diffusione del coronavirus nei Castelli Romani e Litoranea abbiamo applicato un modello di regressione in forma logaritmica e, dalle prime analisi, è emerso che il numero di positivi nei nostri comuni è significativamente correlato con le seguenti variabili:
– Numero di abitanti
– Numero di lavoratori che operano con il mercato ortofrutticolo di Fondi (primo comune del Lazio dichiarato “zona rossa”)
– Presenza sul territorio di una casa di riposo, RSA o convivenza contaggiata
– Presenza sul territorio di una struttura ospedaliera.
Chiaramente il numero di positivi è fortemente correlato con il numero di abitanti nel comune (i comuni del Lazio senza contagi sono comuni con pochi abitanti).
Analizzando la matrice del pendolarismo tra i comuni italiani pubblicata dall’ISTAT è emersa una correlazione positiva tra il numero di positivi e il numero di lavoratori che operano con il mercato ortofrutticolo di Fondi (primo comune del Lazio dichiarato “zona rossa”). A conferma, diversi positivi nei Castelli Romani e Litoranea lavoravano con il mercato ortofrutticolo di Fondi.
Nelle ultime settimane è esploso – nei Castelli Romani e in tutta Italia – il problema delle case di riposo e delle RSA. Il problema nella diffusione del coronavirus sono le comunità dei soggetti più deboli e più indifesi (i nostri anziani e i soggetti con handicap), comunità che andavano e vanno controllate con maggiore attenzione da parte di tutte le istituzioni (magistratura compresa), valutando se confermare le autorizzazioni o chiudere le strutture. In particolare, le case di riposo più grandi vanno immediatamente riconvertite in strutture più piccole.
In questa situazione di emergenza sanitaria, le strutture ospedaliere rischiano di diventare dei pericolosi focolai di diffusione del coronavirus. Purtroppo, anche ai Castelli Romani si stanno verificando quotidianamente e con sempre maggiore frequenza casi di positività tra il personale medico, a causa della mancanza o della inidoneità dei dispositivi di sicurezza. Ad esempio, in una importante struttura ospedaliera dei Castelli Romani sono stati fatti i tamponi a tappeto sul personale medico e sui pazienti, individuando ed isolando ben 11 casi positivi al covid-19.
Come abbiamo già denunciato, è stato un grave errore la scelta di distribuire i posti letto e i positivi covid-19 in 5 strutture (Ospedale dei Castelli Romani, posti letto di breve osservazione negli ospedali di Velletri, di Frascati e di Anzio, più l’ospedale Regina Apostolorum), non solo per il grandissimo rischio di aumentare la diffusione del coronavirus, replicando tragicamente uno dei più clamorosi errori commessi dalla Regione Lombardia, ma anche perché questa scelta ha praticamente bloccato tutte le altre prestazioni sanitarie, anche urgenti, di cui necessitano i cittadini.
Il Partito Comunista dei Castelli Romani rilancia la proposta di riaprire l’ospedale di Albano per realizzare una struttura completamente “dedicata, “specializzata” e “isolata” per il trattamento dei soggetti infetti da coronavirus e per le attività di monitoraggio della diffusione del coronavirus nella fase 2, in modo da non bloccare la fornitura delle altre prestazioni sanitarie da parte delle strutture ospedaliere dei Castelli Romani.
Un ringraziamento particolare a tutti i lavoratori (personale sanitario, lavoratori impegnati nella filiera alimentare e nella raccolta dei rifiuti, vigili urbani e forze dell’ordine, ecc.) che stanno garantendo i servizi essenziali, lavoratori cui devono essere sempre assicurati tutti i dispositivi di sicurezza (mascherine, guanti, disinfettante e altro)”. Lo dichiarano i comunisti Castelli Romani.