Da Bibliopop col Premio Moby Dick viene fuori una poesia di Luciano Censi su Gaza

"Marino. Bibliopop matrice di impegno pacifista urlato con la poesia di Luciano Censi"

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BiblioPop protagonisti la poetessa Patrizia Pallotta e la collaborazione tra BiblioPop e il Progetto Biblioteca dell'Ic Santa Maria delle Mole

“Marino. Bibliopop matrice di impegno pacifista urlato con la poesia di Luciano Censi

A gennaio, per l’edizione 2024, la terza, del Premio Letterario Nazionale “Moby Dick-Gruppo H24”, nella sezione Poesia, il primo premio è stato assegnato dalla Giuria al poeta Luciano Censi. Egli è conosciuto sia a Bibliopop che in tutto il territorio romano, regionale e oltre, perchè da tempo impegnato sul fronte attivo di inziative culturali sia come partecipante che come promotore. Di pari passo va il suo impegno civile e politico/sociale. – ci racconta Sergio Santinelli, presidente di Bibliopop che è alla base della organizzazione del Premio – Oggi, a poche settimane dall’insediamento alla Casa Bianca del Presidente degli Usa D.Trump, abbiamo appreso che sia l’amministrazione americana che lo stesso capo della potenza mondiale, hanno preso ad avanzare bizzarre proposte circa la Palestina: Gaza la acquista lo stato USA, o in subordine, la acquista Trump; i palestinesi possono essere trasferiti (deportati) in Arabia Saudita o dove vogliono, altrove; e così via vaneggiando. Anche per questo, oltre che essere colpiti a livello mondiale e come intera umanità circa l’orrenda distruzione di vite, comunità e cose a cui è stata sottoposta la popolazione della “striscia di Gaza”, è ben comprensibile come una sensibilità alta e attenta abbia sentito la necessità di esprimersi con passione e forza sulla tragedia. – conclude il presidente – Ringraziamo Luciano Censi che ci ha messo a disposizione una poesia anticipazione del suo lavoro che la contiene e che è in procinto di vedere la luce.

 

GAZA

( Poesia inedita, tratta dalla nuova silloge Poetica “ Dinamiche Sospese” )

 

Di queste case

non è rimasto

che qualche

brandello di muro

Di tanti

che mi corrispondevano

non è rimasto

neppure tanto

Ma nel cuore

nessuna croce manca

È il mio cuore

il paese più straziato.”

Giuseppe Ungaretti

 

 

Camminano in fila,

ombre stanche

sulla terra solcata,

tra fango e ferro,

tra sangue e cielo.

Il fumo mescolato al vento,

poi polvere che ingoia le voci,

non c’è spazio per paura e dolore,

solo per l’attesa.

Un bambino stringe

un pezzo di pane,

gli occhi troppo grandi

per un volto così piccolo.

Non chiede nulla,

non piange più.

Forse ha già capito

che il domani non ha nome.

C’è una casa senza porte,

un campo senza spighe,

una madre senza figlio,

un’anima senza pace.

C’è un vecchio ulivo

sulla collina,

ha radici nelle attese,

le sue foglie sussurrano al sole,

ma il sole risponde

solo all’ombra,

e l’ombra non sa più

cosa dire.

La guerra non ha

mai fine in realtà,

rimane annidata tra i muri

che non crollano,

nei nomi scolpiti sulla pietra,

nel silenzio di chi torna

senza più proferire

alcuna parola.

Luciano Censi” Lo rende noto Bibliopop.