Più che un flash mob, quello di domani (24 maggio ndr), nato su iniziativa di tre giornaliste, contro la chiusura dei punti nascita di Anzio e Velletri, somiglia sempre più ad una scintilla, da cui si sta accendendo un vivissimo dibattito sule politiche sanitarie delle Asl, a cui hanno preso parte anche importanti esponenti politici del territorio. E’ il caso del Senatore e Segretario Regionale del Pd Bruno Astorre, che si è schierato nettamente a sostegno delle scelte della Regione ed in particolare della Asl Roma 6, dove le strutture di Anzio e Velletri insistono. Nel frattempo però monta la protesta e crescono le adesioni, in particolare da parte degli operatori sanitari, anche oltre i Comuni della Asl Roma 6, racchiusi tra Castelli Romani e litorale sud, allargandosi anche a realtà quali Colleferro ed Anagni. Esempio di ciò sono i comunicati stampa arrivati da Cittadinanza Attiva Tribunale del Malato di Colleferro, dal Coordinamento Territoriale – Comitato “A difesa dell’ospedale di Colleferro, e dal Comitato “Salviamo l’ospedale di Anagni, che pubblichiamo integralmente. “Domenica 24 maggio 2020 alle ore 12 si svolgerà anche a Colleferro un flash mob di protesta contro la chiusura dei reparti di Ostetricia e Pediatria degli ospedali Riuniti di Anzio-Nettuno e di Velletri. Una protesta in sicurezza, nel rispetto delle norme sul distanziamento sociale, nata per far sentire la voce dei cittadini contro l’ennesima decisione di privazione di servizi fondamentali. L’appuntamento per quanti vogliano unirsi alla protesta è per domenica 24 maggio alle ore 11:30, al parcheggio del Palaolimpic in via Latina, a Colleferro, con la propria auto. Tutti i partecipanti con gli appositi dispositivi individuali resteranno all’interno delle macchine ed esporranno un cartello con scritto il proprio pensiero sull’argomento. Quindi il corteo di auto raggiungerà piazza Aldo Moro dove farà alcuni giri della rotonda suonando il clacson alle ore 12 in punto, in concomitanza con le proteste indette negli altri Comuni. Un gesto di vicinanza nei confronti del nostro territorio e degli amici della Asl Roma 6 con la quale potremmo essere accorpati, ci auguriamo di no, ma comunque solidali e uniti per non mollare la presa. La sanità pubblica e la salute al primo posto, sempre. La grave emergenza sanitaria derivante dalla pandemia da coronavirus, la quarantena e la fase 2 non fermano i promotori della difesa della sanità, anzi. In un momento di crisi come questo ci si stringe di più per proteggere il diritto alle cure che il Sistema sanitario nazionale, già indebolito, non riesce a garantire attraverso le ASL. Distanza fisica, ma non sociale, per rivendicare un bene comune di rilievo costituzionale come la tutela della salute, fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Colleferro ha vissuto la medesima situazione cinque anni fa, ha lottato, ma i reparti sono stati chiusi. I cittadini continuano a lottare per riaverli, per dare dignità al nostro territorio, e non accettano il lento ma inesorabile depotenziamento dell’ospedale di Colleferro della ASL RM 5 e le politiche regionali e locali di dismissione dei servizi pubblici. Stessa sorte è toccata all’ospedale di Anagni, punto di riferimento per l’intera area Nord della provincia di Frosinone. Reparti chiusi, nemmeno più il Punto di Primo Intervento, sanità di base negata, il nulla per le urgenze-emergenze e chi dovrebbe curarsene e preoccuparsene non intende farlo. E la pandemia ha avuto conseguenze drammatiche proprio perché è stata distrutta la rete dei servizi sanitari territoriali e smantellati gli ospedali di prossimità. Per questo, nell’attuale situazione di emergenza Covid è più che mai indispensabile l’istituzione di un Centro di screening e di prevenzione Covid, tamponi, analisi e test sierologici per restituire agli Ospedali il loro ruolo a servizio della popolazione. La pandemia ha fatto comprendere ancora di più quanto essa sia di vitale importanza e come non si può e non si deve risparmiare sulla salute e sulla vita dei cittadini. Invece, ancora una volta, ci si dimentica di tutto questo e si pensa alle chiusure, alle riduzioni dei costi, a discapito del diritto alla salute e alle cure. Insieme a comitati e associazioni sempre schierati nella difesa della sanità pubblica non possiamo mancare! A sostegno del flash mob si è schierato anche Don Vite, Parroco di una Parrocchia di Anzio.
