

“Rispondo volentieri all’articolo che il M5S di Albano laziale ha pubblicato – dichiara l’assessore di Ariccia Fabrizio Profico – in questi giorni su alcuni giornali on-line e sui social network. Ho più volte detto e qui lo ribadisco che il convegno che si è svolto il 12 luglio ad Ariccia dal titolo “Città a Zero Rifiuti” è il primo di una serie di convegni e seminari di studio che si terranno ad Ariccia; uso spesso la parola “studio” non a caso.
Quindi, sono già impegnato ad organizzare – continua Profico – al rientro estivo, due seminari di studio: uno sulla differenza tra trattamento aerobico e anaerobico della frazione organica da rifiuti solidi urbani (FORSU) e l’altro sulla “tariffa puntuale” attraverso la quale verrà contabilizzato ogni ritiro di rifiuto indifferenziato e la tariffa varierà in funzione del numero di conferimenti effettuati (con il superamento di fatto della TARES).
E non finiremo qui; poi si aprirà tutta la problematica politica di come poter “unire” i Comuni di bacino in un “unico progetto ambientale”.
Veniamo all’articolo che il M5S di Albano Laziale ha pubblicato.
Non voglio scendere sui terreni paludosi della polemica perché sono convinto che critiche, dubbi e consigli – che possono risultare giusti o errati, imprecisi o parziali – aiutino alla riflessione e a far crescere la conoscenza. Però alcune precisazioni sono dovute per rimanere nell’approccio laico delle proposte fatte, perché affermazioni del tipo: <… cellule combustibili …>, <… una centrale brucia idrogeno a valle di innumerevoli filtraggi del biogas (che ci si farà poi con il filtrato?) …> o, ancora, <… nasce da un processo industriale in cui mancherebbe un controllo dell’organico in entrata (si può introdurre, Forsu, ma anche ceneri d’incenerimento, fanghi di depurazione) …> possono indurre al “timore ingiustificato”. Non so se è stato per un errore di battitura o per ironia o per altro ma le “Celle a combustibile” non sono cellule e tanto meno combustibili, ma è una pila a combustibile (detta anche cella a combustibile – aggiungef l’assessore – dal nome inglese fuel cell), un dispositivo elettrochimico che permette di ottenere elettricità direttamente da certe sostanze, tipicamente da idrogeno ed ossigeno, senza che avvenga alcun processo di combustione termica. Le celle a combustibile non bruciano alcunché e quindi, ovviamente, neanche l’idrogeno. Le celle non si basano sul principio della combustione ma sui principi dell’elettrochimica, lo stesso identico principio che Alessandro Volta ha scoperto e sfruttato quando ha inventato le pile. E’ lo stesso principio delle batterie che sono nelle nostre auto, è lo stesso principio delle pile, piccole, medie, grandi, che si trovano nel nostro cellulare, videocamere, telecomandi, pacemaker etc. Le celle a combustibile sono considerate il mezzo più sicuro, più affidabile e più pulito per produrre elettricità; non a caso sono ostacolate, questo si, dalle lobby che vendono energia da fonti esauribili. E ancora, sul “filtrato”: per l’operazione di clean up si usano normalmente carboni attivi rigenerabili (ci sono due colonne di clean up: una attiva e l’altra in rigenerazione). Nell’operazione di rigenerazione si produce generalmente zolfo elementare che può essere venduto.
Una “intelligente” amministrazione dovrebbe fare in modo che il controllo su quello che entra sia affidato ai cittadini mettendo on line su internet il traffico dei camion in entrata con la distinta di quanto consegnato. Poi, se mi posso permettere, le ceneri di un qualsiasi processo di combustione
sono un materiale totalmente amorfo e privo di qualsiasi sostanza organica quindi chi inserisce le ceneri in un DA (Digestore Anaerobico) ucciderebbe tutti i batteri e si “spegnerebbe” la digestione.
E ancora: i digestori si riferiscono alla sola frazione organica, non hanno niente a che vedere con i rifiuti che eventualmente potrebbero essere inviati ad incenerimento, quindi non sono e non potranno essere l’alternativa all’incenerimento; l’unica alternativa all’incenerimento è la raccolta differenziata spinta. Per concludere – chiosa Profico – è bene ricordare che in Europa ci sono già diverse abitazioni con celle a combustibile; di recente la Germania ha lanciato il progetto CALLUX, la Danimarca un progetto simile e la Comunità Europa il progetto ENEFIELD : i tre progetti riguardano l’installazione di un totale di circa 2000 sistemi a celle a combustibile in altrettante case (circa 140 saranno in Italia). E’ veramente impensabile , secondo il mio modo di vedere, che il grande vantaggio dei sistemi a celle a combustibile – cioè quello che, data la loro affidabilità, silenziosità, sicurezza – venga presentato come un grande pericolo da evitare. Quando si decide dove ubicare un sistema a celle a combustibile si cerca di ubicarlo quanto più possibile vicino alle zone abitate, anche densamente abitate, perché in questo modo non si hanno perdite di energia dovuti alla distribuzione dell’elettricità e si può utilizzare tutto il calore per usi domestici (e laddove richiesto) anche il freddo (pompe di calore). Uno degli usi, già praticato in diversi esempi concreti, è quello di centrali trigenerative (caldo , freddo, elettricità) per gli ospedali in sostituzione degli attuali sistemi diesel o a metano. Spero che, contando sulla buona volontà di tutti gli interessati (cittadini, movimenti, associazioni, partiti politici e, soprattutto amministratori virtuosi), questo percorso di convegni e seminari a tema possano suggerire nuove vie dando una visione più chiara della situazione della raccolta differenziata, della chiusura dai cicli dei rifiuti differenziati e (soprattutto) del compostaggio dei rifiuti biodegradabili”.