Le Olimpiadi guariscono il cancro

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La foto postata da Lawrence Brittain che a distanza di un anno mette in evidenza la sconfitta del cancro
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La foto postata da Lawrence Brittain che a distanza di un anno mette in evidenza la sconfitta del cancro

Rimango sempre affascinata dalla forza interiore degli essere umani e da come questa esca fuori nei momenti più difficili della vita.

In tempo di Olimpiadi, lo spettacolo più grande, oltre a quello sportivo ovviamente, è proprio l’affermarsi di una forza volontà e di uno spirito di resilienza che rendono gli atleti olimpici degli eroi.

Lo sport in fondo non è una metafora della vita? Un costante allenamento che ti sottopone a continue sfide con te stesso, ti fa crescere e ti fa cadere per insegnarti a rialzarti, ti motiva, ti appassiona e ti fa emozionare…

Quando osserviamo questi campioni quasi pensiamo che siano nati così, già programmati per lo sport, chi con le gambe veloci per correre o per nuotare sempre più forte o chi con braccia robuste per lanciare il martello il più lontano possibile, chi con l’eleganza di uno schermitore o di un tuffatore…Senz’altro questi atleti hanno avuto la fortuna di scoprire il loro talento ma no, non sono nati cosi, per far correre quelle gambe, per assestare una stoccata vincente o per fare una schiacciata decisiva a pallavolo, hanno dovuto sudare, sacrificarsi, spendere tutte le loro energie ed il loro tempo per migliorarsi e provare a vincere. Il vero motore è la loro mente, la parte che più devono allenare è la loro psiche e la loro emotività!

Lo dimostrano i supereroi che pur di partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016 hanno sconfitto il cancro, facendo prevalere la voglia di vivere alla paura di morire!

Sono infatti tantissimi gli atleti che hanno vissuto questo tipo di esperienza, per esempio l’argentino Santiago Lange, che oltre ad essere il campione più anziano in gara, 54 anni, ha appena vinto la medaglia d’oro nella classe mista Nacra 17 (una categoria velica) in coppia con l’italiana Cecilia Carranza Saroli e solo un anno fa gli veniva asportato un polmone a causa della comparsa di uno dei tumori più crudeli. Santiago spinto da un’infinita passione per la vela, dopo solo un mese dall’intervento era già in barca e quello che dichiara oggi, arricchito da lacrime di commozione, fa riflettere: “La vita è una meraviglia ed io sono un privilegiato”.

Daniele Lupo, 25 anni, ha vinto l’argento insieme a Paolo Nicolai nel Beach Volley, facendo classificare l’Italia per la prima volta in questo sport, nel marzo del 2015 gli era stato diagnosticato un tumore al ginocchio, viene operato d’urgenza e fortunatamente tutto si risolve donando a Daniele una nuova consapevolezza: “Certe cose accadono per insegnarti qualcosa. Io ora non ho più paura di nulla, quella storia mi ha rafforzato come persona e come atleta”.

La storia più commovente è quella del sudafricano Lawrence Brittain, 25 anni, che pochi giorni fa ha conquistato la medaglia d’argento nel Due Senza del canottaggio insieme a Shaun Keeling.

Nell’ottobre del 2014 scopre di avere il linfoma di Hodgkin, si deve sottoporre a sei cicli di chemioterapia, tantissimi! Aggiornando i suoi fan tramite i social networks, si mostra in foto dopo aver perso tutti i capelli e dichiarando che dopo 20 giorni di chemio ci si sente devastati ma il giovane talento reagisce bene alle terapie e questo lo motiva ancora di più a rimettersi in gioco e ad allenarsi tra una terapia e l’altra fino a sconfiggere del tutto il brutto male e a vincere una super meritata medaglia: “Mi sento più forte di sempre, questo tumore ha reso la mia mente più forte. Forse non ci sono limiti a quello che possiamo raggiungere”.

La nuotatrice olandese Inge Dekker 31 anni, ha gareggiato alle Olimpiadi di Rio dopo solo 5 mesi dalla triste scoperta di un tumore alla cervice uterina, annientato con un intervento chirurgico che le ha impedito di allenarsi per un mese, eppure la campionessa, che si è classificata quarta ai 4 x 100 m stile libero, dichiarò pubblicamente: “Prometto, vado a Rio”. Ha mantenuto la sua promessa.

Tante altre le storie di questi meravigliosi atleti e non solo di malattia ma anche di situazioni familiari ed economiche estremamente disagiate che però non sono riuscite a fermare la corsa verso il loro sogno, non hanno perso tempo a compiangersi ma hanno reagito combattendo con le unghie e con i denti senza mai fermarsi.

Non sono persone diverse da noi comuni mortali, tutti abbiamo delle sfide da affrontare, delle Olimpiadi da vincere e delle risorse dentro di noi, quello che li fa essere diversi è la loro passione per la vita e per lo sport che li fa andare oltre qualsiasi limite, fisico e mentale.