Lettera sulla situazione a Villa delle Querce

Villa delle Querce, clinica privata di Nemi è protagonista di numerosi casi Covid ai Castelli. Ecco lettera sulla situazione dei lavoratori e dei pazienti

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Villa delle Querce

Villa delle Querce, clinica privata di Nemi è protagonista di numerosi casi Covid ai Castelli Romani.

Diamo spazio ad una lettera per avere più chiara la situazione dei lavoratori e dei pazienti:

“Emergenza COVID-19; inadeguatezza delle misure e dei dispositivi atti a garantire la sicurezza del personale e dei pazienti questo è l’oggetto della lettera firmata dai rappresentanti delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario (CLAP) Francesco Raparelli e Tiziano Trobia.

“Torniamo a scrivervi sull’emergenza generata dalla diffusione del COVID-19, dopo averlo già fatto in data 16/03/2019, per esporvi ulteriori importanti criticità, connesse al rapido aggravarsi della situazione all’interno di “Villa delle Querce”; problemi che, come è ovvio, appesantiscono le preoccupazioni, lo stress psico-fisico nonché il rischio a carico delle lavoratrici e dei lavoratori. La struttura, è noto, ha già dovuto affrontare l’emergenza Covid-19 sia tra i pazienti che tra il personale sanitario: un intero reparto che al momento risulta in sorveglianza, e numerosi sono i fattori di rischio al momento non adeguatamente affrontati. Insistiamo, come nella precedente missiva, sull’insufficienza dei DPI: il personale viene dotato di una sola mascherina chirurgica per turno; turno che eccede largamente nella durata l’efficacia protettiva e filtrante che le mascherine sono in grado di mantenere nel tempo. Urgente quindi la richiesta di ulteriori strumenti in grado di tutelare non solo il personale sanitario, ma tutti i pazienti. Riteniamo fondamentale, a questo fine, fornire di mascherine chirurgiche tutti i pazienti in ricovero, considerando che le attività in corso nella struttura non consentono il rispetto della distanza obbligatoria, con particolare livello di attenzione ai nuovi ricoveri. Particolare preoccupazione, poi, suscita la condizione dei collaboratori con Partita IVA, costretti a una continua mobilità tra i reparti, quindi esposti, da un lato, a un rischio assai alto e, dall’altro, a diventare vettori di un contagio interno che non potrebbe che avere effetti disastrosi. È impensabile far ricadere sui soggetti contrattualmente più deboli i pericoli maggiori dell’emergenza. Restano, inoltre, problemi importanti rispetto all’utilizzo degli spazi comuni. Gli operatori continuano a dover mangiare negli stessi spazi frequentati dai degenti, gomito a gomito, ogni giorno; dovendo
togliere la mascherina chirurgica per poter fruire di un pasto, per altro, portato dall’esterno, data l’assenza di servizi ricreativi nella struttura. In questo momento, sarebbe opportuno eliminare la pausa, permettendo così un’uscita anticipata del personale. Ancora: apprendiamo che, in data 10 aprile, si è intervenuti sugli spogliatoi, definendo un numero massimo di 5 persone in permanenza negli stessi, ma senza regolamentare in alcun modo l’accesso – magari scaglionandolo in base ai turni o utilizzando altri criteri. Crediamo inoltre necessario e urgente la somministrazione di tamponi COVID-19 a tutto il personale venuto a contatto con situazioni di rischio anche se asintomatici, al fine di arginare il più’ possibile il diffondersi del contagio. Non si tratta di precauzione volte a difendere solo gli operatori sanitari, che in tutto il paese stanno già pagando un prezzo altissimo; né solo i pazienti che, nel caso della vostra struttura, sono per la maggior parte soggetti deboli e da tutelare con particolare attenzione. Si tratta di fare la propria parte per difendere la salute pubblica e arrestare, il prima possibile, la diffusione del contagio. Oggi più che mai, non solo serve maggiore comunicazione, ma è imprescindibile la massima trasparenza, nonché
la condivisione celere delle informazioni con i dipendenti tutti, anche e soprattutto al fine di prendere le decisioni migliori. Certi di condividere la consapevolezza della gravità della situazione che stiamo attraversando, torniamo a sollecitare una maggiore, e non più prorogabile, collaborazione” scrivono i coordinatori di CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario Francesco Raparelli e Tiziano Trobia