
Sala piena e posti in piedi per i ritardatari all’Ephebeum durante il convegno svolto lo scorso 21 febbraio a Monte Porzio Catone sulla violenza di genere organizzato dall’Assessorato e l’Area Politiche Sociali e Pari Opportunità del Comune di Monte Porzio Catone, in collaborazione con l’associazione SOStegno Donna e con il patrocinio della Regione Lazio.
A fare gli onori di casa sono stati il sindaco Luciano Gori che ha ricordato il ruolo fondamentale della donna nella famiglia da svilupparsi con la massima collaborazione tra i generi e l’assessore alle politiche sociali e pari opportunità Caterina Morani, che ha sottolineato l’importanza dell’impegno: «dobbiamo agire – ha spiegato l’Assessore – con gli strumenti che ci permette di avere la legge e migliorando l’educazione civica».
Un excursus della loro esperienza ventennale è stato proposto da Maria Vittoria Carocci e Eugenia Trovalusci, presidente e vicepresidente dell’associazione SOStegno Donna, che hanno altresì sottolineato l’importanza della rete territoriale dei centri antiviolenza, necessari alla tutela di donne che vivono nel timore e vengono controllate in ogni minimo movimento. «La violenza – ha spiegato la Trovalusci – non è operata da malati ma da uomini normali» e così dicendo ha invitato a superare le troppe resistenze che fanno desistere le donne dalla denuncia. Infine, ha marcato la differenza che passa tra un conflitto che si sviluppa su un piano paritario ed è finalizzato ad un accordo e una violenza che si sviluppa in una dimensione di soggezione del partner ed è finalizzata all’annientamento.
Si è passati quindi ad illustrare lo stato normativo in materia di violenza di genere con l’assessore regionale Rita Visini che ha sottolineato la necessità di un passaggio dalla politica dei progetti alla politica dei servizi alla persona e il consigliere regionale Simone Lupi primo firmatario della proposta di legge regionale “Riordino delle disposizioni per contrastare la violenza contro le donne in quanto basata sul genere” finalizzata alla creazione di una rete regionale contro la violenza; quindi l’assistente sociale, Paola Capoleva ha illustrato il progetto Astrid (ASL Frosinone) dove sono state elaborate delle linee guida utilizzabili dai servizi per individuare le possibili vittime di violenza di genere. Infine, l’avvocato Elga Pasquarelli ha fatto una panoramica di cosa prevedono le leggi per tutelare le donne vittime di violenza, sottolineando cosa possono fare le vittime ma anche i vicini di casa.
Con la lettura di brani tratti da “Ferite a morte” di Serena Dandini si è chiuso il tavolo di confronto moderato da Tommasina Raponi del Distretto Socio Sanitario RM H1.