Paolo Sorrentino presenta La Fortuna alla Festa del Cinema

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Paolo Sorrentino
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Paolo Sorrentino

È forse l’ospite più atteso dal pubblico della Festa del Cinema di Roma. Il suo è un cinema personale, fatto di sogni e ossessioni, rigore formale e originalità di scrittura, movimenti di macchina cadenzati e virtuosi, dialoghi barocchi, personaggi singolari, curiosi, anomali, estremi. Ha regalato battute memorabili e maschere grottesche agli attori che ha diretto. Ha conquistato pubblico e critica con Le conseguenze dell’amore, ha stregato Cannes con Il divo e Hollywood con This must be the place, fino a trionfare agli Oscar con La grande bellezza. Questa volta Paolo Sorrentino ha presentato in prima mondiale La fortuna, corto realizzato per il film corale Rio, I love you, terzo capitolo del progetto “Cities of love” (i primi due sono Paris je t’ame e New York, I love you). Il corto, ambientato sulla spiaggia di Gumbari nella zona occidentale di Rio de Janeiro, è un thriller – noir psicologico sulla fine del rapporto tra un uomo anziano e una donna che lo umilia: “Ho voluto rovesciare il clichè della donna bella e giovane che desidera la morte del marito anziano. Qui è il contrario”, ha affermato il regista.

Prima della proiezione di La fortuna, Sorrentino ha partecipato al terzo degli “incontri ravvicinati” della Festa, appuntamenti moderati dal Direttore Artistico Antonio Monda. Sono state mostrate al pubblico alcune sequenze tratte dai film più amati dal regista: da Tempesta di ghiaccio di A. Lee, a La notte di M. Antonioni, da Era mio padre di S. Mendes a Una storia vera di D. Lynch, per concludere con Mars attacks di T. Burton. Sorrentino ha commentato: “Tempesta di ghiaccio è un film che mi ha insegnato molto sulla sceneggiatura, ha una compostezza e una solidità particolari. È un film che riesce a coniugare il bello col vero, cosa che ad alcuni sembra un sacrilegio negli ultimi anni, mentre per me è una grande lezione. Pur mantenendo una stretta aderenza al vero, non rinuncia all’estetica. Inoltre, è un film sulla famiglia: ne mostra bellezze e pericoli, da spettatore rimango sempre colpito da questi film. La notte è un film che racconta in maniera tragica il disagio dello stare al mondo. Antonioni, insieme a Fellini e Bertolucci, è tra quei registi capaci di mettere in scena qualsiasi cosa in modo unico. In loro c’è una sapienza che lascia stupefatti. La scena finale di Era mio padre spiega cosa è il cinema: come si recita, come si costruisce un’epica, come si usano la musica, il suono e l’illuminazione. È una sintesi di cosa è o dovrebbe essere il cinema: è verosimile. Il vero è noioso, il verosimile è il regno di chi inventa. Una storia vera è un film sulla forza sottovalutata delle cose insensate. Mars Attacks è un film divertente, il mio preferito tra quelli di Tim Burton”.

Su The Young Pope, la nuova serie americana in fase di lavorazione con protagonista Jude Law, ospite ieri alla Festa, Sorrentino ha dichiarato: “È una storia completamente inventata, non si ispira a nessuna figura esistita. Volevo un Papa che fosse giovane e bello, e un attore portentoso per interpretarlo. Ho pensato subito a Jude, raramente ho visto un attore così privo di difetti”.