

“Renzi pensaci tu”; sembra l’unica invocazione possibile in quel “pasticciaccio brutto” che è la condizione in cui versano la FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) e le leghe che governano il calcio italiano. Non si capisce in quale ulteriore sprofondo debba inabissarsi il “pallone nazionale” prima che qualcuno trovi il coraggio per cambiare davvero le cose. Se non bastasse la telefonata surreale tra il presidente della Lazio e consigliere federale Claudio Lotito e il direttore generale dell’Ischia calcio Pino Iodice, le reazioni dei massimi vertici dello sport italiano sono anche più umilianti dello sconcio contenuto dell’ormai famosa conversazione telefonica.
Non basta la censura del presidente federale Carlo Tavecchio, con corollario di ovvietà ben condensato nella mirabile frase: “Noi garanti della regolarità dei campionati”. Sono anche più sconfortanti le parole del presidente del Coni Giovanni Malagò che prima definisce Lotito “incauto” poi, non pago, stigmatizza “il metodo scorretto utilizzato al fine di portare alla luce un colloquio privato” (come se fosse Iodice la pietra dello scandalo), ipotizzando che le parole del consigliere federale “rischiano di gettare discredito sul mondo del calcio”. Di questi minuti gli strali del dg. dell’Ischia Iodice che chiede le dimissioni in blocco degli ineffabili Tavecchio, Adodi, Macalli e Beretta rispettivamente presidente della FIGC, presidente della Lega B, presidente della Lega Pro e presidente della Lega A.
Assodato che i protagonisti sopracitati non hanno il benché minimo senso del pudore, in un mondo sportivo che si permette il “lusso” di designare a capo del comitato promotore della corsa olimpica di Roma nel 2024, Luca Cordero di Montezemolo, dopo i “sontuosi fasti” di Italia 1990 e ancora più incredibilmente il “sempiterno” Franco Carraro alla guida del comitato promotore per la Ryder Cup di golf in Italia nel 2022, tutto è possibile.
E’ possibile che passi la buriana e che tutto “gattopardescamente” rimanga com’è, magari salvando la traballante poltrona di Mario Macalli, il vero beneficiario dell’attivismo “lotitiano”, senza il quale davvero lunedì 16 febbraio potrebbe essere sfiduciato dalla lega che presiede. Tutto questo mentre Beretta si mostra “infastidito” dalla telefonata Lotito-Iodice e nota, sempre il vicepresidente vicario della Federcalcio, con grande lievità testualmente che “non mi sembra il caso di drammatizzare”.
Solo la politica può sanare la situazione dall’irritazione, espressa dallo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport Graziano Delrio, occorre passare ai fatti. Un commissariamento di tutte le cariche apicali che governano il calcio italiano è necessario e doveroso. Un’invasione di campo non più procrastinabile per porre fine allo sconcio in essere, nella consapevolezza che lo sport italiano, ed il calcio in particolare, sono incapaci di autocensurarsi e regolamentarsi da soli.
Una costatazione amara che mesi di figuracce in Italia e all’estero con Tavecchio protagonista assoluto e Lotito battitore libero rendono ineluttabili. Se anche un uomo come Giovanni Malagò, che non è una “mammoletta”, ma non è certo contiguo a certi gruppi di potere “pallonari”, non riesce a cogliere la gravità della situazione e a incidere sulla situazione non ci sono più speranze. E’ ora di dire basta, per salvare quello che rimane di dignitoso nel calcio italiano che in questo momento viene impersonificato da Pino Iodice con la sua coraggiosa denuncia.