Un grazie a Valeria ed Emma dopo la maratona mondiale di Mosca

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valeria straneo ed emma quaglia
Le maratonete Valeria Straneo ed Emma Quaglia
valeria straneo ed emma quaglia
Le maratonete Valeria Straneo ed Emma Quaglia

Le storia di Valeria e di Emma vanno al di là dell’argento (e del sesto posto) colto qualche minuto fa nello stadio Luzniki. Valeria si chiama di cognome Straneo, è una trentasettenne che ha fatto due figli e superato una malattia prima di emergere da ultratrentenne nell’olimpo delle maratonete (era stata ottava a Londra 2012) ed è neo argento mondiale di Maratona. Emma di cognome fa Quaglia, è stata una giovane promessa dell’atletica italiana ed è risorta dopo aver sconfitto un tumore, prima di tornare alle gare e cogliere un grande sesto posto in rimonta. Si aprono alla grande i mondiali moscoviti per l’Italia, altro che rischio zero come temeva anche questa mattina qualche giornale sportivo italiano. Se a Barcellona lo zero del nuoto in piscina l’hanno evitato il talento e l’istinto della fuoriclasse di Federica Pellegrini nei 200 sl, la sua gara e la rabbia del maturato a scuola, come nella vita Gregorio Paltrinieri nei 1500 sl dopo le critiche degli 800 sl (7°), a Mosca la prima medaglia nella prima “finale”, come il piazzamento da finale, sono frutto di una volontà di ferro. Anzi di due, come spiegato prima. Due esempi a cui dire grazie a chi da colpa alle batterie al mattino (come nel nuoto), della concorrenza, della sorpresa di giornata e della giornata storta. Questo è l’agosto dei mondiali e degli europei (Atletica, Nuoto, Tiro a Volo e Scherma per dirne alcuni), l’Italia sa farsi valere quando lo vuole fare, quando sa andare oltre i propri limiti… mentali più che fisici. Un grazie ad Arianna Errigo, oro nel fioretto femminile individuale, a Federica Pellegrini, Irene Vecchi, Elisa Di Francisca, Gregorio Paltrinieri e Valerio Aspromonte. Ai finalisti, nelle grandi manifestazione qualificarsi negli atti conclusivi non è mai facile né scontato, ma soprattutto a Valeria ed Emma. Essere atlete non è facile in questo Paese, farlo da mamme (vedi Valentina Vezzali nei quarti del fioretto femminile individuale a meno di due mesi dal parto o all’oro di Tania Cainero, oro nella fossa olimpica incinta di cinque mesi) e/o dopo aver superato una malattia, men che meno. Grazie ancora, campionesse in gara e fuoriclasse della vita!

 

Nicola Gallo