Nel 2015 la coalizione di centrosinistra vinse le elezioni comunali di Albano nel segno della continuità. Nel 2020 questo non sarà sufficiente ne a vincere ne ad aggregare una quantità di forze necessarie attorno ad un progetto che si basi sulla semplice riproposizione di uno schema superato dalla storia politica degli ultimi anni.
Due sono gli schieramenti oggi in campo: quello sovranista e quello europeista: sulla declinazione di questi due si misurerà la politica agli occhi degli elettori, superate le classiche rappresentazioni di destra e sinistra, che anche a livello locale sono chiamate a rigenerarsi sulla base di nuove coordinate.
Vincerà quello dei due schieramenti che conquisterà alla sua causa un numero proporzionalmente superiore di soggetti politici ed elettori, all’interno di un quadro politico in movimento che, se pur inserito in un sistema sostanzialmente proporzionale, ha visto cadere ogni barriera di inalleabilità, sia a destra che a sinistra, dove tutti sono alleabili con tutti.
Il nascente governo incardinato sul patto tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle è il paradigma di questo nuovo corso: un paradigma inatteso per la sua velocità e per la sua contraddittorietà, ma che di fatto anticipa una nuova stagione in cui l’ascesa sovranista trova il suo primo serio stop, per ora solo nelle aule parlamentari, ma non è detto che ciò non abbia una sua trasposizione anche nelle urne tra qualche tempo.
Tra mille contraddizioni dicevamo: quale il minimo comune denominatore è ricercabile tra le forze che si apprestano a sostenere il nuovo governo se non quello europeo? Tutti infatti hanno votato favorevolmente nell’aula di Strasburgo alla nascente Commissione Europea di Ursula Von Der Leyen. Così come tutti, se pur con toni e sottolineature diverse, si sono detti pronti a partecipare al governo dell’Europa, contro i movimenti sovranisti e nazionalisti, ribadendone così la sconfitta alle elezioni continentali di Maggio.
Questo voto europeo trasposto in Italia vedrebbe un fronte che andrebbe da Forza Italia al Movimento Cinque Stelle, passando per il Pd e molte altre forze minori, centriste e di sinistra. Tutte queste forze, esclusa Forza Italia, sono la maggioranza parlamentare che darà la fiducia al governo.
Ed allora perché non fare uscire dal palazzo questa proposta politica facendola vivere nelle città e tra la gente? Questo sarebbe l’unico modo per dimostrare che non si tratta di una operazione di piccolo cabotaggio, transitoria, fragile ed opportunistica, che sarebbe spazzata via dalla gente in pochi mesi.
Siamo consapevoli che quella che ci apprestiamo a formulare è una proposta visionaria ai limiti del velleitarismo, se vogliamo un po’ futurista, ma d’altra parte se due settimane fa qualcuno poteva immaginare un siffatto governo lo avremmo proposto per una visita medica pensando fosse stato vittima di un colpo di sole.
Le forze che intendono contrapporsi al sovranismo non possono che partire dal riempire di contenuti l’europeismo, chiamando a questa sfida tutti coloro che in una certa idea di Europa e di mondo credono ancora.
Albano è una città dalla forte tradizione democratica, riformista e repubblicana, radicata nei valori costituzionali che prendono vita dalla storia di questo territorio e dei suoi abitanti, non di rado divenendo terreno in cui la politica si è fatta laboratorio di scenari che hanno anticipato le tendenze nazionali.
Per questi motivi pensiamo che alle prossime elezioni amministrative ci sia la necessità di allestire una coalizione di forze che parta dai valori europei, in contrapposizione allo schieramento sovranista.
Molto probabilmente i dirigenti locali di Forza Italia, così come parte di quelli nazionali, non è pronta a misurarsi in una sfida così complicata, preferendo un più lento e comodo auto-scioglimento in un listone leghista, oppure perché si è ancora prigionieri dei vecchi schemi di destra e sinistra di cui sopra. Tutto ciò va rispettato, perché è naturale e financo normale, anche se riteniamo che molti elettori che avevano abbracciato un progetto “liberale di massa”, si troveranno ben presto scomodi sotto il regno salviniano e via via, col tempo, come molti singoli parlamentari, faranno le loro libere scelte.
Altro discorso è per il Movimento Cinque Stelle, che facendo cadere ogni veto verso ogni altra forza politica a livello nazionale, dopo che già nel suo nuovo regolamento aveva riposto in soffitta la sua negazione di ogni alleanza con altre liste sui territori, si è pienamente inserito nelle regole per partecipare in pianta stabile al sistema per il governo anche degli enti locali.
La nostra non è una provocazione, ma una proposta che vogliamo consegnare alla città di Albano ed alle forze: democratiche, riformiste, europeiste e civiche, per farne dibattito pubblico. Non sta a noi, non ora almeno e non da soli, entrare nel merito dei contenuti programmatici che dovrebbero dare corpo e spessore al progetto, ciò spetta alla politica e non ai giornali. Ma intendiamo offrire queste pagine a chiunque su questa proposta voglia dire la sua, pro o contro, perché siamo convinti che se pur apparentemente complesse, le idee visionarie e futuriste, spesso dopo un po’ di tempo dalla loro proposizione, diventino la chiave delle più grandi affermazioni di chi riesce a tradurle in realtà.
Di Andrea Titti