“Un Paese stanco, immobile, travolto dall’indifferenza – esordisce così nella sua riflessione che ospitiamo su Meta Magazine nel suo scritto la giornalista Enrica Cammarano. Un Paese dove si respira la rassegnazione, la delusione, la preoccupazione. Un Paese incapace perfino di indignarsi, di far sentire la propria voce.
Il Paese, siamo noi. Noi cittadini che stiamo perdendo il senso di appartenenza, che prendiamo le distanze dalla comunità, che facciamo finta di essere protagonisti ricorrendo a eclatanti voti di protesta o a un astensionismo con percentuali umilianti, almeno per un Paese che si definisce democratico.
Noi cittadini allo sbando, eccitati dalle parole rivoluzionarie del “guru di turno” o assuefatti e confortati dai soliti schemi e dalle vecchie, quanto inutili, promesse del segretario di un partito o di un movimento che con grande equilibrismo cerca di rimanere ancorato sulle macerie prodotte dal passato.
È davvero questo il futuro che meritiamo? È davvero questa l’unica prospettiva? – si interroga la Cammarano
Dobbiamo e possiamo credere ancora in un cambiamento, recuperando vitalità ed entusiasmi, ma soprattutto la capacità di indignarci di fronte a chi, per incapacità, per stoltezza, per interessi personali, ci ha consegnato questa realtà.
Dobbiamo saper scegliere, individuare chi , governando, ha saputo fare e chi nel presente potrebbe contribuire a rendere possibile un’inversione di rotta. C’è bisogno di persone oneste e capaci, in grado di ascoltare i cittadini, il Paese, Noi.
Al di là dei colori, al di là degli schieramenti. Di fronte alla rovina non ci sono né destra né sinistra: ci siamo Noi, cittadini dimenticati – conclude la giornalista”.