“A un anno di distanza dagli annunci dell’amministrazione comunale, la realtà della zona industriale D1 di Laghetto-Pantano è ben diversa dalle promesse fatte.
L’area, che avrebbe dovuto rappresentare un volano per l’economia locale, versa in uno stato di totale abbandono, tra discariche abusive, strade impraticabili e un sistema di sicurezza che, pur dotato di telecamere, non riesce a contrastare i continui furti al Centro di Raccolta Comunale.
A rendere il quadro ancora più preoccupante, vi è il forte sospetto che alcuni capannoni industriali, apparentemente dismessi, siano in realtà abitati, con tutte le problematiche sanitarie e sociali che ne conseguono.
“La crescita produttiva del territorio è uno dei nostri obiettivi primari e per questo motivo ci siamo adoperati da subito con l’Ufficio Urbanistica, e il suo responsabile che ringrazio, per portare a compimento la Variante. La zona industriale D1 di Laghetto-Pantano dovrà rappresentare un fiore all’occhiello di questo Comune e per gli imprenditori un volano per lo sviluppo dell’economia locale.”
Così dichiarava l’assessore Luca Mengarelli circa un anno fa, illustrando la variante di piano particolareggiato della zona D1.
Parole a cui seguiva il commento del sindaco: “Portiamo a casa un risultato importante che in positivo determina la crescita economica del nostro paese.”
Oggi, i risultati sono sotto gli occhi di tutti:
La zona industriale è invasa da discariche abusive, ormai ben più numerose delle strutture del Centro di Raccolta Comunale.
Le tre strade comunali principali, Via Santa Maria di Torre Jacova, Via Santa Maria Le Quinte e Via dei Lavoratori, sono ridotte a un colabrodo, con buche così ampie che, in caso di pioggia, si trasformano in vere e proprie pozze d’acqua.
Le telecamere di videosorveglianza riprendono chi abbandona rifiuti, ma “stranamente”, così dicono le voci, non i ladri, che da mesi prendono di mira il Centro di Raccolta Comunale, costringendo la ditta appaltante a predisporre un costoso servizio di vigilanza esclusivamente nelle ore di chiusura del centro – un palliativo che evidenzia l’incapacità dell’amministrazione nel garantire una sicurezza adeguata.
All’interno di uno dei tanti capannoni industriali apparentemente abbandonati c’è il forte sospetto che vivano delle persone, e non vogliamo nemmeno immaginare in che condizioni.
A conti fatti, quella che doveva essere una grande operazione di rilancio si è rivelata una promessa mancata, un’ennesima prova dell’inefficienza amministrativa che caratterizza questa giunta.
Nel frattempo, il primo cittadino continua a dedicarsi alla propria autocelebrazione: dopo aver monopolizzato la scena nelle celebrazioni della Festa della Donna e della Festa del Papà, viene da chiedersi se non finirà presto tra le statuine del presepe natalizio.
L’Unione di Centro Monte Compatri continuerà a denunciare il fallimento di questa amministrazione e a chiedere risposte concrete per il futuro del paese”. Lo rende conto l’Udc di Monte Compatri