Disturbi del comportamento alimentare, con nuovi fondi la svolta è possibile

Preoccupano segnali provenienti da alcune regioni. Parla il Dott. Mendolicchio

0
445
mendolicchio
Dott. Leonardo Mendolicchio

Dott. Mendolicchio: “C’è bisogno di un cambio di marcia”.

Negli ultimi mesi sono state vinte importanti battaglie per la cura dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (Dan), ma gli effetti concreti per i pazienti tardano a farsi sentire. Mentre si avvicina per le Regioni il momento di decidere come utilizzare i nuovi fondi in arrivo per queste patologie, dai territori giungono notizie preoccupanti. Il Centro Disturbi del comportamento Alimentare del San Raffaele di Milano, un’eccellenza nella cura di queste malattie, ha di recente tagliato 15 dei 20 posti letti dedicati ai ricoveri dei pazienti più gravi. Questo succede proprio quando il problema della carenza dei centri specializzati è avvertito in tutta Italia: con la pandemia c’è infatti stato un aumento del 30% dei casi. Al tempo stesso, alcune Regioni come la Sicilia non dispongono ancora di un solo posto letto per i pazienti affetti da disturbi alimentari che necessitano di ricovero. Oltre al grave disservizio, questa lacuna genera il problema delle spese per i ricoveri fuori Regione, cresciute in modo vertiginoso con l’aumento dei casi.

Questo scenario contrasta in modo stridente con i progressi registrati a livello legislativo. Lo scorso dicembre è stato infatti tagliato un traguardo importante, con l’approvazione in Senato di un emendamento (art. 98 – bis Disposizioni in materia di disturbi della nutrizione e della alimentazione), che individua i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in una categoria a sé stante. Come conseguenza, questi ultimi non rientrano più nella categoria generale della salute mentale e hanno acquisito una loro dignità, potendo finalmente contare sui livelli essenziali di assistenza (LEA). Al fine di garantire il contrasto dei DAN, è stato inoltre istituito presso il Ministero della Salute il “Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e della Alimentazione”, con dotazione di 15 milioni di euro per il 2022 e 10 milioni per il 2023, per complessivi 25 milioni in due anni.  Al finanziamento accedono tutte le Regioni.

“È un momento cruciale che può segnare una svolta per la cura dei disturbi del comportamento alimentare, che colpiscono circa 3 milioni di italiani – per lo più giovani donne – e costano la vita ogni anno a circa 3mila persone. Se siamo arrivati a questo punto è grazie a un lavoro durato anni che ha coinvolto le istituzioni, con cui abbiamo dato vita a un tavolo specifico, ma anche l’opinione pubblica con iniziative come ‘Fame d’Amore’, la docu-serie di Rai 3 sui disturbi alimentari. Non si può infine dimenticare l’impegno del Movimento Lilla, formato da genitori di ragazzi e ragazze affetti da disturbi del comportamento alimentare (DCA) e da medici da sempre in prima linea per vincere questo male oscuro. Ci sono insomma tutti i presupposti per un cambio di marcia nella cura di queste patologie, sempre più diffuse in seguito alle restrizioni legate al coronavirus, ma gli ultimi segnali non sembrano incoraggianti”, dichiara il dottor Leonardo Mendolicchio, medico psichiatra e psicoanalista, tra i maggiori esperti di DAN in Italia, Responsabile U.O.C. Riabilitazione DAN dell’Istituto Auxologico italiano di Piancavallo.

È per questo essenziale mantenere alta l’attenzione, anche in vista della scadenza del 21 agosto, data entro la quale le Regioni devono presentare il Piano di Attività per l’utilizzo delle risorse del nuovo Fondo, già ripartite nel giugno scorso dalla Conferenza Stato-Regioni.

“L’augurio è che i Piani di Attività delle Regioni siano presentati in tempo e sappiano rispondere al meglio alle esigenze dei territori. L’operato delle amministrazioni locali dovrà essere improntato a criteri di efficacia e trasparenza se si intendono colmare le troppe lacune che ancora affliggono il sistema sanitario nazionale in materia di disturbi dell’alimentazione e della nutrizione”, conclude Mendolicchio.