Elezioni Europee, nella nottata continentale di Sandokan in Italia vince Yanez
Da qualche ora si sono concluse le votazioni e si sta concludendo lo spoglio delle Elezioni Europee 2024. Se in Europa c’è un indubbiamente – per chi fa analisi politica smettendo la propria maglietta di appartenenza – affermazione dei conservatori di diverso conio, risultato da soppesare alla formazione dei gruppi parlamentari e una contemporanea, da una parte, tenuta dei Popolari e un mancato crollo dei socialisti e in parte dei centristi, che comunque deludono le scarse attese generali, in Italia la geometria variabile della politica offre un quadro frastagliato.
Nei salotti televisivi che noi licantropi frequentiamo si è discettato di aiutini: elenchiamoli. Meloni tira Fratelli D’Italia che dimostra di avere una struttura invidiabile come il Pd, che tra sindaci e governatori in campo fa il pieno; Vannacci e Salis trascinano la Lega alla salvezza buttando la palla in calcio d’angolo e i Verdi ad un’affermazione eclatante.
Voglio, però, soffermarmi sulla dicotomia Europa-Italia: se nel Continente i partiti populisti hanno preso il sopravvento vedi Germania, Francia, la stessa Spagna in cui il Partido Popular di lotta vince e costringe Sanchez ad una difesa del fortino (con Vox normalizzata comunque vicino alla doppia cifra) in Italia FDI in versione country party (partito contenitore) non umilia gli alleati, aumenta in consensi, ma permette alla coalizione di eccellere in ogni sua parte: Forza Italia grazie all’attrattività degli ultimi mesi all’aiutino di Noi Moderati supera la Lega e lo stesso Movimento di Matteo Salvini si salva, grazie a Vannacci, in verità, ma non crolla come poteva anche avvenire.
In questi giorni il mondo del cinema piange Philippe Leroy il mitico Yanez di Sandokan, Kabir Bedy: la Meloni disegna un partito forte che lascia l’identitarismo ai Vannacci di turno che non trovano residenza nel primo partito italiano, ricrea un bipolarismo chiaro con un grande Pd. Un partito che non vuole stravincere che fa un passo di lato per fare un passo in avanti. Un partito di governo che non paga lo scotto dell’onere della gestione del potere, delle responsabilità, in una situazione di scarse disponibilità economiche.
Come Yanez aiuta Sandokan nelle sue imprese la Meloni fa una scelta di ampio respiro, meno elettorale, ma più governativa secondo quel percorso che chi sa leggere la politica nota da inizio mandato da Presidente del Consiglio.
M5S crolla, ma non si dice la parola. I centrini dopo mesi di psicodramma stile Casa Vianello vanno fuori dal Parlamento Europeo. Alla fine la difesa di Stati Uniti d’Europa è numericamente più strenua, politicamente meno avendo creato il solito agglomerato elettorale che si riduce al momento del voto. Calenda raccoglie il nulla che ha seminato: dopo la grande performance romana delle comunali si è avviluppato in uno schema da migliore che ti migliora che ha portato al risultato odierno.
Se il centrodestra italiano gode di buona salute, gode di ottima salute la sinistra massimimalista: Conte- è chiaro deve cambiare schema e avviare un nuovo progetto- visto che l’opa ostile dell’area è stata fallita miseramente. Ha vinto l’intelligenza e anche l’umilta della Schlein che come la Meloni si è messa a testa bassa a lavorare.
Le nuove regine del bipolarismo italiano guardano agli alleati con bontà e si preparano a continuare a dare le carte. Almeno al momento le più forti hanno vinto.