Gino Benedetti si dimette dal Consiglio Comunale di Albano

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Palazzo Savelli
Il palazzo comunale di Albano Laziale
Palazzo Savelli
Il palazzo comunale di Albano Laziale

E’ notizia di questa mattina, diramata dalla pagina facebook ufficiale del Comune di Albano Laziale: il leader dell’opposizione e candidato sindaco sconfitto al ballottaggio Gino Benedetti si è dimesso dal Consiglio Comunale. Immaginando alla base di questa scelta motivazioni serie ed impellenti, che, siamo certi Benedetti comunicherà ai cittadini che lo hanno chiamato a rappresentarli nella più alta assise cittadina nei modi e nei tempi che riterrà più consoni ed opportuni; noi ci limitiamo a registrarne alcune conseguenze, o consequenzialità, politiche. Ci chiediamo in primo luogo: se Benedetti avesse vinto ed oggi si apprestassee a calcare il Consiglio Comunale dallo scranno di Primo Cittadino si sarebbe egualmente dimesso? No perchè se così fosse, e non crediamo lo sia, gli elettori del 14 giugno, con quella sagacia e quella saggezza proprie della cultura popolare hanno risparmiato ad Albano una instabilità amministrativa quantomeno imbarazzante. Ma ovviamente, fuor di scherzo, se Benedetti avesse vinto non si sarebbe dimesso, ma è proprio da ciò che una riflessione va fatta, sul senso e sul valore che taluni esponenti politici danno all’impegno politico, a partire dal proprio. Che differenza c’è tra ricoprire un ruolo di governo o di opposizione? La democrazia dell’alternanza, o dell’alternativa, per usare un termine caro al progetto di Benedetti, prevede un ruolo parimenti importante delle maggioranze e delle opposizioni perchè, le sconfitte come le vittorie fanno parte del gioco, così come della vita, la differenza e lo spessore sta nel come le si affronta.

Con le sue dimissioni Benedetti danneggia la politica di Albano, perchè priva i cittadini, sia i suoi elettori che tutti gli altri astenuti inclusi, di un punto di riferimento fondamentale quale quello del capo dell’opposizione. Se Silvio Berlusconi si fosse dimesso da parlamentare nel 1996 non avrebbe mai potuto guidare e vincere le elezioni del 2001 ad esempio. Un vero peccato, anche visto la crescente disaffezione degli elettori verso l’esercizio del voto, manifestatasi in modo assai rilevante anche ad Albano: gesti come questo infatti non crediamo che aumentino agli occhi delle persone la credibilità della politica, delle istituzioni e soprattutto di chi si candida a rappresentarle. Una occasione persa anche per quel rinnovamento di cui Benedetti diceva di essere portabandiera, sia perchè il disorientamento e lo sconcerto nel vedere un capo che molla il timone al primo soffio di vento non incoraggia l’impegno dei militanti, sia perchè, quando un candidato Sindaco stipula degli apparentamenti al secondo turno, le convergenze politiche e programmatiche di chi si aggiunge, sono, o dovrebbero, essere garantite dalla figura del candidato Sindaco che, nel suo caso, con il gesto di oggi, si dimostra essere debole e politicamente inconsistente.

In ultima analisi il Dott. Benedetti aveva fatto dello stile e dei modi un tratto distintivo non solo personale, ma politico, parte integrante di un nuovo modo di fare politica e di porsi nei confronti dei cittadini: bene, se di questioni di stile si deve parlare, queste dimissioni, i modi ed i tempi, non solo sono una caduta, rovinosa, di stile, ma smentiscono molto di ciò che in campagna si vaticinava in termini di cambiamento, perchè si va ad intaccare quel rapporto di fiducia tra eletto ed elettori, che già non gode di ottima salute. Una pessima figura.