Giulio Cesare – Compagni di scuola

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Liceo-giulio-cesare-roma1-500x365“Eravamo trentaquattro quelli della terza E, tutti belli ed eleganti tranne me”, così inizia la famosa canzone di Antonello Venditti che porta il nome dello storico liceo romano. Siamo nel 1986, gli anni del liceo sono ormai lontani per Venditti. Ma il Giulio Cesare è ancora lì, nella sua sede di Corso Trieste, nel quartiere borghese e benestante compreso tra Trieste/Salario e Policlinico/Nomentano. Quest’anno, in occasione degli ottant’anni della scuola, Antonello Sarno, giornalista e autore di documentari, ex allievo del liceo tra il 1973 e il 1978, ha voluto realizzare un documentario dedicato alla scuola fondata nel 1934 e inaugurata nel 1936 da Mussolini. Il documentario ricostruisce la storia del liceo, dall’occupazione tedesca nel ’43, agli scontri studenteschi negli anni di piombo e al vuoto ideologico degli anni ’80, fino ai giorni nostri. Sarno ricorre ai filmati d’archivio dell’Istituto Luce e li alterna alle testimonianze di chi nelle aule della scuola è cresciuto, attuali studenti e nomi noti della politica e dello spettacolo. Da Tullio De Mauro a Maurizio Costanzo, da Marco Pannella a Serena Dandini, insieme a Venditti e agli Zero Assoluto. In conferenza stampa, sono stati proprio gli ex allievi Pannella, Venditti, Tommaso Zanello (in arte Er Piotta), Tomas De Gasperi e Matteo Maffucci (in arte Zero Assoluto), con il regista Sarno, a condividere con noi i loro ricordi sulla scuola:

SARNO: Non sono il primo regista a girare nelle aule della scuola. Già Federico Moccia l’aveva scelta per le riprese di Scusa ma ti chiamo amore, si può dire che questo liceo abbia una vocazione cinematografica. E’ una scuola che è sempre stata a metà tra un’anima proletaria e una più conservatrice e ciò generava scontri.

VENDITTI: Del Giulio Cesare ricordo il senso di appartenenza, c’era una forte forma di rispetto anche su fronti opposti. La scuola serve a questo, a identificarci al di là degli schieramenti politici. Il Giulio Cesare è un tentativo di rompere gli schemi.

PANNELLA: Ricordo i professori, ricordo il quartiere, villa Torlonia, i compagni di banco. Tra questi un Comandante della Guardia di Finanza e un Maresciallo dei Carabinieri. Mi sono trovato ad avere compagni che hanno fatto la massima carriera militare.

ZERO ASSOLUTO: Ci siamo conosciuti proprio tra quelle aule, eravamo compagni di banco. Abbiamo ricevuto la chiamata dal regista circa un anno fa. Il film è un documento degli ultimi cinquanta anni di storia italiana, sui giovani, sulla politica, su Roma. Rivederci nel film è stato emozionante.

PIOTTA: Essere presente nel film per me è una grande soddisfazione. Quando c’ero io, negli anni ’90, nei corridoi del Giulio Cesare è esploso l’hip hop.

In questo documentario, il regista sfata il mito del Giulio Cesare come scuola esclusivamente di destra. Per me che ho frequentato il liceo Mamiani, altro storico istituto di Roma del quartiere Prati, schierato politicamente a  sinistra, il Giulio Cesare è sempre stato un liceo di destra. In realtà, come ha dichiarato il regista stesso, una rivalità, politica o meno, tra il Giulio Cesare e il Mamiani esiste da sempre: “Gli storici rivali del Giulio Cesare erano il liceo Tasso e il liceo Mamiani”. Tuttavia, vedendo il docu – film, scopro che fino al ‘68 il Giulio Cesare e’ stato tendenzialmente un liceo poco schierato, solo negli anni successivi  si è creata una forte contrapposizione tra un’ala di destra e un’ala di sinistra. Col tempo, poi, ha prevalso quella di destra, fino a radicarsi. Da qui la nomea di “scuola di destra”, che in realtà ha ospitato una forte componente di sinistra. In casi come questo, e soprattutto di questi tempi, credo avesse ragione Giorgio Gaber quanto cantava “Ma cos’è la destra? … Cos’è la sinistra?”.

A me il documentario è piaciuto. Sarà che sono passati pochi anni dalla maturità, sarà il liceo classico con gli immancabili vocabolari tra le mani e le versioni di greco rimaste scalfite nella memoria di tutti noi … Io nei maturandi intervistati da Sarno mi ci riconosco ancora, e provo un po’ nostalgia, versioni comprese.