“Negli ultimi tempi si è sollevato più volte il problema concreto dell’assenza dei giovani in politica. I giovani con il tempo hanno perso interesse per la politica in generale, considerata falsa e inutile. I giovani hanno smesso di fidarsi, di sperare. Il loro sonno è quello dei disperati che non hanno più forza. I giovani sopravvivono consapevoli della ingiustizia della politica, del mondo. In passato le simpatie politiche diventavano militanza, senso di appartenenza. Ora per molti giovani la politica è spazzatura ed andare all’estero.
In realtà molte organizzazioni politiche si sono comportate come burattini e hanno preso in giro interi gruppi di giovani che si erano accostati con tenera fiducia alle istituzioni. I giovani hanno sperato ma è stata una illusione che li ha fatti ripiombare nel buio, nell’ansia. La politica in definitiva non risolleva, non aiuta, non garantisce un futuro. Non ci può rifugiare in essa come in un porto sicuro. La politica soprattutto non libera dai fantasmi della fame, della discriminazione, del dolore, del rancore, della rabbia. Non si prefigge compiti sovrumani, alimentati dagli ideali. Essa ha la pessima abitudine di lavorare solo per un tornaconto personale, per una carriera, per un fine concreto e talvolta meschino. La politica non illumina la strada del futuro, non pronuncia oracoli salvifici, non facilita l’approccio al lavoro, al futuro. La politica non fa miracoli, non compie meraviglie, se non il gioco distratto e insulso del ricambio di poltrone, spettacolo indecente.
Molti giovani hanno richiesto un contatto diretto con un politico, con la politica, un semplice dialogo, un rapporto, un incontro ma hanno trovato solo muri, parole finte, promesse vane. Non sono stati contagiati dall’energia della politica, da quel fare politica per passione, per il bene collettivo. I politici hanno seppellito gli ideali, assorbiti dall’individualismo, a vantaggio della concretezza spietata e a volte crudele. I politici hanno preso l’abitudine di mentire, di fingere, di fare supposizioni senza costrutto. Hanno scelto negli ultimi tempi, non prima, una fede comoda, sicura che li mettesse a riparo, dietro cui nascondersi e fare bella figura comunque. I vecchi ideali sono stati soppressi, mai vengono ripristinati. I politici sono divenuti sospettosi, diffidenti, bugiardi. In quanto a bugie nessuno li batte. I giovani hanno accolto con sdegno, con amaro furore l’egoismo dei nuovi politici. I giovani per avere un favore devono fare appello alla provvidenza non alla strategia politica che non fa sconti. I politici non aiutano nella ricerca di un lavoro, di una casa ma fingono di farlo. Non hanno il coraggio, questo è il dramma, di dire apertamente le cose come stanno che non vogliono, non possono impegnarsi. Menano il can per l’aia da bravi e consumati attori. Ai giovani è venuto meno quel sogno collettivo che riempiva il cuore dei nostri antenati. I politici non sono più i portavoce dei sogni collettivi di masse di gente comune. Si sono messi su un piedistallo superbi e corrotti, lontani anni luce dalla realtà. Il prezzo da pagare è l’indifferenza della gente che se ne infischia alla fine.
Ora però siamo ad un crocevia, dobbiamo essere noi a prenderci il nostro spazio. Uno spazio fatto di competenza, innovazione e passione. Perché i giovani valgono e bisogna credere in essi”.
Di Luigi Dell’Orso