“SUCCESSO O FALLIMENTO DI UN CONSIGLIO COMUNALE CHE SI AUTOINCENSA E SI AUTOASSOLVE PER AVER MIGLIORATO I TARGET PROGRAMMATI DEL RIENTRO DI UN DISSESTO FINANZIARIO?
Leggiamo interessati l’intervista di L’Osservatore d’Italia all’assessore al Bilancio e alla prima cittadina di Frascati, nel giorno del rendiconto finanziario 2023 portato in Aula.
Assumendo che faremo le considerazioni dando per scontato che il lettore / elettore abbia letto prima l’articolo (molto interessante e ben articolato ed approfondito), urgono alcune considerazioni che devono comunque essere fatte da chi si vuole porre come alternativa di governo a questa Amministrazione.
Innanzitutto: l’opposizione che esce dall’Aula in fase di voto, lo troviamo sconveniente e “furbo”. Sebbene qualcuno sostenga che essendo consentito dal regolamento sia legittimo, politicamente corrisponde alla scelta di NON fare opposizione, a propria discrezione, sulla madre di tutte le differenze tra le offerte politiche: la politica di Bilancio.
Delle due, dunque, l’una: o non si è entrati proprio nel merito dei provvedimenti atti alla riduzione del disavanzo, oppure li si è accettati passivamente e quindi di fatto si è stati loro favorevoli acriticamente, come se una minoranza non ci fosse. Uscire infine dall’Aula per non esprimere un voto costituisce il suggello di questo non assumersi responsabilità politiche nei confronti di chi li ha votati, di fatto lasciando la responsabilità del governo della città solo alla maggioranza.
Non ci piace affatto questa “consuetudine” dove si lascia interamente alla maggioranza l’onere del Governo amministrativo senza prendersi una responsabilità politica di fronte alla città che sia anche quella solamente di certificare la presenza in aula nel momento del voto.
E’ questo il controllo attuato da chi voleva i voti per governare, e l’alternativa di governo da presentare ad una città? Per noi, no.
La seconda cosa, è questo “mood” da compito in classe del liceo (o anche da incarico lavorativo a contratto) di grande lavoro corale per ricucire danni fatti negli anni da politiche sbagliate di spesa, da sprechi, da folli acquisti e gestioni errate del bene pubblico, da inefficienze nella gestione della macchina amministrativa a cominciare dalla partecipata.
A noi non piace questa “memoria del pesce rosso” per cui in ogni momento si resetta quanto avvenuto prima come se la storia ricominciasse al momento. Esistono responsabilità politiche e di gestione amministrativa, anzi, per essere più precisi, di modello di gestione amministrativa che è esattamente la causa principale del debito accumulato ma soprattutto del successivo dissesto finanziario.
Dire che si è migliorato un target intermedio di rientro che cosa certificherebbe? Il buon governo? Gli sforzi per non spendere a profusione risorse dei cittadini? L’oculatezza con cui vengono impiegate le risorse?
Beh, abbiamo una notizia: si chiama buona amministrazione ordinaria. E’ quella che il debito l’avrebbe contenuto, e che al dissesto finanziario non ci sarebbe mai arrivata.
E’ la normalità. Non l’eccezione, di cui andare orgogliosi.
Sempre di più siamo consci che a questa città è mancata negli anni una vera alternativa politica che si tramutasse in una alternativa di offerta di gestione amministrativa, la cui competizione avrebbe obbligato al confronto dei metodi e delle scelte ed evitato una siffatta gestione negli anni ormai palesemente collegiale o nel migliore dei casi subìta, i cui i risultati sono sotto gli occhi di tutti”. Lo rende noto la Lega Frascati