“Quello che anche oggi accade in Consiglio lo conferma ancora una volta – dichiara Massimo Maggi, consigliere comunale Udc – la colpa è di tutti. Noi per ultimi, ma se non facciamo nulla, siamo tutti uguali.
Non tutti hanno la coerenza di Andreassi, che si è dimesso da consigliere delegato ai rifiuti per mantenere la parola data, perché ancora è tutto fermo e lui è un uomo d’onore. Almeno così leggo su internet, perché da tempo l’UDC non fa più gruppo consiliare né riunione di maggioranza, ma questo è un altro discorso.
Vorrei sottolineare un concetto cui nel mio precedente intervento – prosegue Il Ribelle Maggi – ho l’impressione di non aver dato il giusto risalto, e cioè la crisi della giunta regionale del Lazio.
Qui il problema non è tanto il Fiorito o il Lusi di turno, ma il fatto che la gente sta facendo di tutta l’erba un fascio. Tutti i politici sono considerati ladri, corrotti, incapaci. Tutti, noi compresi.
Chi pensa di potersi considerare fuori da questo gioco al massacro commette un grave errore.
E’ una società esigente questa, e noi continuiamo a parlare con lo sguardo rivolto al passato.
I tempi stanno cambiando, ma non ce ne accorgiamo che così non si può andare avanti?
Occorre una svolta, basata sulla qualità, sulla preparazione.
Occorre Monti, e dopo Monti Monti, anche nelle autonomie locali.
Vogliamo dare alla cittadinanza il senso di una svolta?
O attendiamo di essere travolti dall’antipolitica, e quando sarà diremo, come il consigliere Rovere oggi, che “i debiti comunali non sono colpa di nessuno?” O diremo che è sempre colpa degli altri, accusandoci a vicenda come i bambini all’asilo?
Lei sindaco ogni tanto ci prova a parlare di collaborazione – insiste Maggi –
ma gli interlocutori divengono solidali quando e perché perseguono il comune obiettivo di organizzare il processo democratico.
Se lei continua ad andare per conto suo, non si fida, dice il falso, rimane solo.
Poi qualche consigliere del PD si meraviglia e si lamenta perché c?è un attacco contro la sede del PD da parte dell?antipolitica, perché è l?unica sede di partito che tuttora gode di locali comunali in Palazzo Savelli, e pochi sanno quanto paga di locazione.
Ma se oggi la politica non c’è più, e il nostro Sindaco è il primo a perseguire il metodo del dividet et impera, servendosi sistematicamente di doppiogiochisti e voltagabbana, che vi aspettate?
Chi di barbarie colpisce, di barbarie è destinato a perire.
Solo se si hanno grandi orizzonti, si perseguono grandi risultati, scriveva Tocqueville.
E’ quindi ineludibile un serio cambiamento, così non reggiamo.
Come diceva Aldo Moro, tempi bui si annunciano e avanzano in fretta come non mai.
Sempre Moro sottolineava infatti che nei processi di trasformazione della società il movimento ha luogo quando l’opinione si fa sentimento.
Oggi lo sentite il sentimento che gira per la città? Respirate quest’aria?
Uscite dal Palazzo, provate a camminare fra la gente.
Non c’è amore per la politica e per i politici?
Allora moralità è rispettare le regole, almeno quelle che noi stessi ci siamo dati.
Se non facciamo più nemmeno questo, che rispetto meritiamo?
Si pensa veramente, con tutto quello che sta succedendo, che ognuno possa continuare a fare il suo comodo in dispregio a tutto, persino alla coerenza e alla dignità, e mantenere il consenso?
La gente non ne può più e noi continuiamo a fare come i bambini, attribuendo ognuno la colpa all’altro?
Il mondo ci crolla addosso, e noi facciamo finta di non accorgercene, non prendiamo provvedimenti?
Quando un potere eletto perde il consenso popolare, si deve dimettere, ha scritto un consigliere comunale di maggioranza sulla sua bacheca facebook, riferendosi al governo spagnolo.
Quindi il sindaco si deve dimettere?
No, mi ha risposto lui, per Albano la cosa è diversa?
Allora la regola va bene se ci fa comodo applicarla?
Va bene per la Spagna perché il governo non è di sinistra, e qui non va bene?
Come siamo bravi!
Ma fino a quando andremo avanti così, dobbiamo sapere che la gente non ci chiederà il bis.
Entro nel merito del punto: gli indirizzi di bilancio, ma solo per cenni perché come ho appena detto la questione è più complessa, ed è innanzi tutto politica. La questione contabile paradossalmente è secondaria, perché prima c’è la questione morale. C’è il dovere di rispettare tutti le regole. Il dovere di assumersi le proprie responsabilità, invece di dare sempre la colpa agli altri. Su questo innanzi tutto occorre riflettere, dare dei segnali concreti.
Altrimenti non ne usciamo.
Siamo ad ottobre 2012 e non abbiamo ancora approvato il bilancio consuntivo 2011.
Sono senza parole. Come si fa a dare degli indirizzi di bilancio se non sappiamo di cosa parliamo?
Ma non finisce qui. Per Albafor non risulta approvato il bilancio 2011 – puntualizza Maggi –
Albalonga non è stata ricapitalizzata, ma non c’è ancora un piano di gestione della liquidazione.
Volsca al bilancio 2010 risulta una perdita di oltre 10.900.000 euro? il bilancio 2010. E dopo? Anche qui quindi il bilancio 2011 non è stato approvato?
Quindi? Di cosa parliamo?
Fra tutte e tre le partecipate, non esiste un bilancio consolidato, quanto meno per capire.
La mia proposta di dare attuazione reale al controllo analogo sostanziale sulle società, convocando periodicamente la commissione bilancio ovvero il consiglio comunale sembra caduta nel vuoto ma nei giorni scorsi l’ho formalizzata per iscritto, visto che questo sembra un consiglio comunale anestetizzato. Non possiamo sfuggire, sindaco. La gente attende risposte.
Appare evidente comunque – conclude Maggi – ancora una volta l’approssimazione e la responsabilità politica della giunta di non proporre degli equilibri dopo averli approvati, ma di presentarli al consiglio come se nulla fosse.
I Revisori ci scrivono chiaramente. Non si può fare come la Polverini, domani non potremo dire che noi non sapevamo nulla.
Così non è accettabile, è urgente dare una svolta a questa amministrazione, lo ribadiamo ancora una volta e non ci stancheremo di insistere perché riteniamo che il bene di Albano non sia dare forza all’antipolitica, ma questo oggi stiamo facendo”.
Autore: Redazione
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