

Si avvicina la tanto attesa data del 29 giugno, giornata che il comune di Monte Porzio Catone ha voluto dedicare interamente al Frascati Docg con grandi esperti e un’affascinante degustazione nella cornice mozzafiato del Barco Borghese.
La giornata si apre con l’appuntamento: Dal Passato al Futuro, alle 10:00 del mattino presso Villa Vecchia, e prosegue con Vinalia, alle 14:30, con degustazione di alcuni Frascati Docg all’interno del suggestivo percorso sotterraneo del Barco Borghese.
Abbiamo intervistato per voi l’anima di questo progetto, il dott. Luciano Gori, sindaco e assessore all’agricoltura del Comune di Monte Porzio Catone, nonché produttore di uve.
Come nasce questa iniziativa?
“Nasce per ricordare il primo anno del FRASCATI Docg ed evidenziare le eccellenze raggiunte all’interno del territorio di produzione. La speranza è quella di sensibilizzare alla regionalizzazione dei vini, non ha molto senso che l’enogastronomia romana si rivolga alle altre regioni italiane quando appena fuoriporta dispone del vino principe del territorio laziale”.
La giornata ricca di eventi e di personaggi importanti nell’ambito del settore vitivinicolo…
“Constatato il fatto che il territorio è ricco di prodotti pluripremiati e di eccellenza, la prima preoccupazione è stata quella di trovare un guru della comunicazione, esperto del settore che riuscisse a valorizzare tali prodotti, così ci siamo rivolti a Luca Maroni al quale abbiamo affiancato esponenti locali delle associazioni di settore, come Fulvio Comandini delegato dell’Onav – Colli Romani, e vari esponenti del settore vitivinicolo e delle istituzioni che si occupano del settore agricolo, dal presidente del Consorzio di Tutela, il neo-confermato Mauro De Angelis (in rappresentanza anche di Confagricoltura), al neo-eletto assessore all’agricoltura regionale, quindi l’Arsial, la Coldiretti, il presidente della Strada dei Vini, l’associazione dei produttori e anche uno psicoterapeuta”.
Come si evoluta la viticoltura ai Castelli Romani?
“C’è stato un cambiamento importante determinato dalla riconversione dei vigneti, sono stati abbandonati i vecchi tendoni e si è passati al filare o alla spalliera. Ciò ha determinato una diminuzione della produzione ma un miglioramento della qualità delle uve, sono più arieggiate, più assolate e si maturano meglio, inoltre la diminuzione della produttività per ettaro permette ai grappoli di esprimersi al meglio”.
Quindi il successo del Frascati è determinato dal miglioramento dei sistemi di allevamento delle uve?
“Sì, ma non solo. È fondamentale anche il lavoro svolto in cantina, perché ciò che viene raccolto nella vigna non venga sprecato. Si è passati da una vinificazione di polpa ad una vinificazione di buccia, dove si tenta attraverso sistemi di vinificazione controllata di preservare tutti i profumi e i sentori che le nostre uve sono in grado di esprimere”.
Tradizione e innovazione possono convivere in un unico prodotto?
“Certamente, non a caso abbiamo chiamato “Dal Passato al Futuro” l’incontro della mattinata. L’importanza vitivinicola del nostro territorio affonda le sue radici nella storia dell’antica Roma e prosegue ininterrotta fino al Frascati Docg. I nostri terreni vulcanici erano, sono e saranno sempre in grado di produrre ottimi vini per chi intenderà lavorarli con amore e dedizione e con attenzione alle nuove esigenze di mercato, determinate dalla grande innovazione tecnologica nei sistemi di vinificazione. Oggi siamo riusciti a conservare la nostra identità mantenendo nel disciplinare la priorità delle malvasie, ma sapientemente combinate a dei vitigni aromatici”.
Crede che il vino sarà ancora importante per questo territorio?
“Ne sono sicuro, può diventare un vero volano di sviluppo per la nostra economia. Mentre molte attività stentano ad uscire dalla crisi, la produzione vitivinicola sta continuando a realizzare eccellenze, premiate e riconosciute. Chi vive nel mondo dell’agricoltura è abituato al sacrificio e al lavoro, alla fine credo che tutto questo sforzo sarà ripagato”.
Quindi consiglierebbe alle nuove generazioni di tornare a lavorare nelle vigne?
“Sicuramente gli consiglierei di impegnarsi in questo settore, la figura dell’agricoltore contadino è oggi superata dall’idea di un agricoltore imprenditore; in quest’ottica è necessario che i giovani portino nuove idee e nuove energie per proseguire una tradizione che è Storia, Amore, Cultura e Rispetto dell’Ambiente”.