Benedetta Badaracco ed il sogno di lasciare il segno

Da bar lady ai palcoscenici teatrali e cinematografici, Benedetta Badaracco presenta il suo libro Scrivo nel Silenzio ed il progetto Poesia in Scena

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Benedetta Badaracco
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Benedetta Badaracco nella redazione di Meta Magazine

Dal bancone dei locali di tendenza dei Castelli Romani come bar lady, ai palcoscenici teatrali e cinematografici, ideatrice e protagonista del progetto Poesia in Scena, fino alla pubblicazione del suo primo libro dal titolo: “Scrivo nel Silenzio”. Questo in sintesi il percorso di Benedetta Badaracco: 27enne, cresciuta tra Albano ed Ariccia. Avevamo lasciato Benedetta il giorno dell’inaugurazione di un locale preso in gestione ad Albano, giovanissima, insieme alla sua amica Rebecca. La ritroviamo oggi, dopo qualche anno, nelle vesti di artista a tutto tondo: attrice, scrittrice, cantante e performer teatrale.

Benedetta ci racconti come sei arrivata a tutto questo?

“Mi sono innamorata del teatro durante un corso che frequentai ai tempi in cui gestivo il pub. Di li ho deciso di intraprendere un mio percorso artistico tra teatro, cinema e performance. Mi sono diplomata all’Accademia Casa del Teatro e del Cinema di Roma ed ho perfezionato i miei studi al Teatro Potlach di Fara Sabina, con cui collaboro tutt’ora. Una esperienza bellissima e formativa sotto tutti i punti di vista, in una struttura sperimentale particolare, in quanto si lavora prettamente sull’espressività del corpo. Parallelamente ho riscoperto la mia passione per la scrittura, che mi ha portato a scrivere pensieri e poesie, che oggi sono raccolti nel libro “Scrivo nel Silenzio”, ed attorno a cui ho deciso di costruire il progetto “Poesia in Scena”;

Come mai la scrittura?

“Mi ha sempre affascinato sin dai tempi del liceo classico, quando i miei professori mi dicevano che nei temi avevo la tendenza ad evadere dalla realtà, andando fuori traccia. Allora l’ho presa un po’ come una sfida con me stessa. In verità ho ritrovato il piacere di scrivere, come tanti, in un momento particolarmente difficile della mia vita, intriso di dolore per la perdita di mia madre. Scrivevo pensieri e poesie: era una valvola di sfogo. Oggi quegli scritti sono i testi sia delle mie poesie sia delle performance che metto in scena”.

Cosa ti ha spinto a rendere pubblici i tuoi testi?

“Prima di tutto vedevo che le persone a cui li leggevo li apprezzavano molto. Da li è cresciuta in me la volontà di costruire attorno ai testi ed alle mie poesie dei veri e propri spettacoli teatrali”;

Con quale obiettivo?

“La poesia è un mondo antico: la mia volontà sta nell’attualizzarla, trasmettendo le emozioni originali in un contesto di modernità, anche per renderle fruibili ad un pubblico più vasto, fatto anche di giovani”;

Tu scrivi poesie sia in dialetto che in lingua italiana: ci sono degli autori a cui ti ispiri?

“Trilussa e Alda Merini sono i miei preferiti”;

Perché hai sentito l’esigenza di fare un passo in più: passando dalle performance teatrali alla pubblicazione di un libro?

“Ho raccolto i miei scritti per pubblicarli in Scrivo nel Silenzio, perché vorrei prolungare l’emozione che lo spettatore prova durante lo spettacolo teatrale, fissandola nelle pagine di un libro, in modo tale da poterla riprodurre ogni volta che si vuole: a casa ed in qualsiasi momento della vita di ciascuno”;

Dove è possibile reperire il tuo libro?

“Il libro è acquistabile online su Amazon e da Gennaio farò una serie di presentazioni ai Castelli. Presentazioni che saranno un po’ particolari. Saranno delle vere e proprie performance in cui, accompagnata da altri artisti, si reciteranno parte delle mie poesie. Immagino questi eventi come una festa. A proposito tengo molto all’introduzione al mio libro fatta da Adelma Tittoni”;

Hai già avuto modo di recitare le tue poesie in pubblico?

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Benedetta Badaracco al Bajocco 2019

“Si, a tal proposito mi piace ricordare la prima mia esprienza in tal senso. Durante il Bajocco Festival di Albano, un po’ per provare, ho messo in piedi un reading allaperto, con una postazione quasi di fortuna, essendo l’evento dedicato agli artisti di strada, in cui il pubblico, anche con mio stupore, ha mostrato grande apprezzamentto. In quell’esperienza ho voluto riprodurre un concetto in cui credo molto, quello per cui l’arte e le sue emozioni le si possono trasmettere ovunque: il teatro non è l’edificio ma sono tutti coloro che partecipano allo spettacolo ed alle emozioni che con esso si trasmettono”.

Abbiamo visto anche dei video su Youtube in cui reciti i tuoi testi:

“I videoclip dei miei testi, fino ad ora ne ho realizzati due, fanno parte del progetto Poesia in Scena, che ho ideato e sto portando avanti in collaborazione con altri artisti: musicisti, doppiatori ed altri, che partecipano di volta in volta nei video. Anche questo progetto è un modo per trasmettere i messaggi emotivi che metto nei miei scritti. E’ un po’ come raccontare un’emozione in tanti modi diversi, sfruttando tecniche diverse”;

Che messaggio contengono le tue poesie?

“Il connubio tra testi in dialetto e testi in italiano si focalizza nella riflessione su noi stessi, ma uno dei messaggi forti si concentra sul legame che abbiamo con la terra, i luoghi del vissuto, l’attenzione ai particolari, i sogni”;

A proposito di sogni: quale il tuo sogno?

“Attraverso la poesia vorrei emozionare, lasciare un segno in questa vita. I pensieri che scrivo e recito credo esprimano sentimenti vissuti dalle persone. Vorrei che ascoltandoli o leggendoli ci si possa riconoscere e ci si possa sentire compresi, anche in ciò che teniamo più nascosto dentro”.

Leggendo alcune delle poesie di Benedetta, anche nell’apparente contraddizione tra dialetto e lingua, si ritrova un filo conduttore nel tentativo di armonizzare l’antico ed il moderno, di tenere assieme radici e sogni, tradizione e modernità, ragione e sentimento, senza perdere nulla di entrambi ma anzi, preservando il profondo di umano che ogni epoca porta in se e trasmette agli altri, proprio come l’esistenza e la vita di ogni persona.

Di Andrea Titti